di Mariella Continisio
Quattro sedie vuote per ricordare le donne che non ci sono più. Si è aperto così il convegno “la Città per le donne” promosso dalla Consulta Comunale Femminile che si è svolto questo pomeriggio nella Sala Rossa di Palazzo Civico, una delle tante iniziative organizzate a Torino per ricordare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E’ stata una riflessione contro le diverse forme di violenza di cui sono vittime le donne dai maltrattamenti allo stolking al femminicidio, ma, soprattutto, una presentazione delle attività istituzionali e di impegno svolte da persone che operano con continuità a Torino a favore delle donne che subiscono violenza . Le donne possono contare sugli aiuti e sostegni di servizi e associazioni che si organizzano attraverso il Coordinamento cittadino e provinciale Contro la Violenza alle Donne e le Associazioni femminili presenti in Consulta,oltre che alle forze dell’ordine. Per loro sono state istituite le Case protette di cui si occupa il Centro antiviolenza del Comune oltre agli ospedali dove appositi centri si fanno carico del primo soccorso alle vittime.
Purtroppo i numeri snocciolati dalle statistiche continuano a essere spaventosi: oltre 350 donne sono state uccise dal 2000 a oggi nel nostro Paese; la loro colpa è stata quella di aver lasciato la persona con cui ha condiviso una parte della loro vita, così come è ancora alta la percentuale di violenza che avviene tra le mura domestiche (secondo il rapporto Eures). Non a caso anche il linguaggio, espressione fonetica del pensiero che si modifica, ha coniato un nuovo termine “femminicidio”, “per non mascherare la violenza con il termine omicidio” ha sottolineato il sindaco Piero Fassino intervenendo in apertura dei lavori.
Torino e molti comuni dell’area metropolitana hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione “Posto Occupato”, una metafora dell’assenza, dovuta alla sopraffazione. Nella giornata di oggi a Palazzo Civico sono stati allestiti due spazi: nel salone bollatrici e nella Sala Carpanini. Qui è stata sistemata una sedia sulla quale è stato appoggiato un accessorio femminile.