“Torino si progetta” è il nome del nuovo sito (www.torinosiprogetta.it) dedicato alle informazioni su temi, tempi e procedure della revisione generale del Piano regolatore vigente, presentato oggi a Palazzo di Città.
“Si tratta uno strumento efficace a disposizione dei cittadini e degli operatori – sottolinea il vicesindaco Guido Montanari – che possono essere così informati sull’andamento del processo di revisione del Prg, un’operazione di “manutenzione straordinaria” dello strumento di pianificazione che regola le trasformazioni urbane e gli usi del territorio, la cui concezione scaturisce dal programma di governo della città, approvato il 28 luglio 2016 dal Consiglio Comunale. L’obiettivo è quello di progettare uno strumento urbanistico con caratteri di semplicità, trasparenza e resilienza, capace di rispondere in tempo reale alle necessità di cambiamento della città”.
L’esigenza nasce alla luce della constatazione che a distanza di più di vent’anni dall’approvazione del piano regolatore (1995), e alla luce di una città profondamente trasformata, il quadro di riferimento è completamente mutato sia sotto il profilo delle condizioni economiche, sociali e normative, sia per la nuova visione dello sviluppo sostenibile del territorio che l’Amministrazione intende adottare.
Il sito si sviluppa intorno a sette temi che rappresentano altrettante progettualità.
Ambiente come risorsa
Usi agricoli, orti urbani, aree verdi di quartiere e intercomunali, riqualificazione delle sponde fluviali.
Tutti sappiamo che il nostro paese, almeno in questi ultimi 20 anni, ha avuto un consumo di suolo straordinariamente elevato. La città, caratterizzata da un confine urbano relativamente piccolo, non si è sottratta a questo meccanismo: “Il consumo ha interessato circa il 65% del territorio. È un dato di partenza preoccupante, perché avere molte superfici impermeabilizzate significa essere soggetti a quei problemi idrogeologici che, negli ultimi anni, hanno causato eventi drammatici noti a tutti. Occorre invertire – sottolinea Montanari – questa tendenza, avviare un cambiamento normativo e operativo volto a tendere ad un consumo di suolo pari a zero, valorizzando le aree verdi, anche collegandole con corridoi ecologici”.
La Città ha anche un importante patrimonio di suolo ad uso “semi agricolo”, quello degli orti urbani, pari a circa 2 milioni di metri quadrati. È un patrimonio che ci arriva dagli anni Settanta, che fortunatamente si è conservato e che vorremmo incrementare.
Identità e bellezza
Ogni città ha una sua natura specifica e Torino, in particolare, ha una storia importante e stratificata: “Questo ambito di riflessione è volto a pensare al territorio come a una entità con una propria identità, che dobbiamo preservare, sviluppare, adeguare e, naturalmente, innovare – aggiunge il vicesindaco-. Ciò significa occuparsi della qualità della morfologia urbana, tema sul quale il dibattito è acceso. Significa occuparsi del disegno della pianificazione e capire cosa ha portato alla realizzazione di quartieri privi di identità. Perché, improvvisamente, nella storia recente, gli assi della trasformazione viaria e le prospettive visuali storicamente collegate alle montagne e alla collina sono stati abbandonati e gli isolati sono stati interpretati in modo avulso dalla loro storia? Come possiamo determinare identità e bellezza del vivere nelle nostre periferie?”
È un dibattito aperto, sul quale è stato avviato un confronto con il mondo accademico, gli ordini professionali, le associazioni, gli Enti locali e che verrà sviluppato nel futuro prossimo.
Benessere e qualità della vita
Questo tema raccoglie approcci interrelati, dalla mobilità sostenibile all’abitare sociale, dai servizi educativi all’assistenza per gli anziani:”Si tratta di costruire una città che sia a misura di categorie “deboli” quali bambini, giovani, anziani, disabili e che sia fonte di vita serena per tutti e per tutte. Il benessere e la qualità della vita sono strettamente legati alla accessibilità a servizi adeguati. Probabilmente, il Piano Regolatore vigente non ha sfruttato al meglio alcune occasioni di uso delle aree di trasformazione per dotare la città di servizi. Infatti la città ne ha ancora bisogno, in alcuni quartieri in particolare, soprattutto quelli un po’ più lontani dal centro. Su ciò occorre intervenire rapidamente e con decisione”. Gli studi e le analisi del Piano devono ridefinire i bisogni per poi proporre soluzioni in grado di dare un nuovo equilibrio alle differenti parti che compongono la città.
Giovani e città
Questo tema è inteso come città dell’università, della cultura, della ricerca scientifica, anche in rapporto alla produzione industriale e al lavoro. Una città che sappia attrarre talenti e sappia farli crescere creando nuove opportunità. La Città attualmente ospita circa centomila studenti, che qui lavorano, vivono, studiano, si divertono. È una città nella città, una ricchezza straordinaria che va promossa e incrementata: “Occorre razionalizzare le sedi dell’Università e del Politecnico attraverso un dialogo tra i rispettivi masterplan. La città ha bisogno di residenze, di luoghi di ritrovo e di studio dove gli studenti possano ritrovarsi, socializzare, confrontarsi”.
La progettazione della città universitaria coinvolgerà l’intera Giunta Comunale, in quanto si tratta di tematiche assolutamente inter-assessorili e interdisciplinari.
Lavoro, produzione e commercio
“Dobbiamo offrire delle opportunità di investimento e di lavoro nella nostra città che siano adeguate al nostro ruolo e alla nostra tradizione. Abbiamo trasformato molte aree industriali, abbandonando e in parte distruggendo il patrimonio archeologico industriale. Questa tendenza deve essere invertita. Riteniamo che le aree di trasformazione che non sono mai partite debbano essere ripensate. Dobbiamo preservare una quota di aree libere, facendo investimenti per il futuro. Queste aree non utilizzate, preservate con usi temporanei, possono diventare patrimonio della trasformazione produttiva che verrà, anche in relazione ai programmi industria 4.0”.
Un’altra necessità è approfondire il tema del commercio. Operazione non facile, per la complessità delle norme nazionali e regionali. Occorre ragionare sulle dinamiche del commercio alla scala di quartiere, di piccola distribuzione e controllare le scelte della media distribuzione (intorno ai 1.500 – 2.000 mq di superficie di vendita) che in alcuni casi ha ricadute positive, mentre in altri situazioni può essere difficile da gestire, in termini di sicurezza, di orari di apertura, di traffico, parcheggi e di relazione con le altre attività.
La pianificazione dovrà inoltre tenere in considerazione un nuovo tema che si sta appena affacciando, ma che si svilupperà: il commercio via web, o e-commerce, che non ha più bisogno del negozio di vendita, ma di grandi spazi per la logistica.
Semplificare le regole
È un tema fondamentale, che ha molto a che fare con l’innovazione, con una Amministrazione pubblica più leggera, più efficiente e innovativa: “Le numerosissime destinazioni d’uso previste dal Piano vigente, ad esempio, allungano i tempi delle trasformazioni urbane, complicano il riutilizzo degli spazi vuoti. Pertanto la semplificazione è una delle principali esigenze del Piano Regolatore attuale”.
La struttura normativa deve, da un lato, presentare pochi paletti molto duri e, dall’altro, permettere una gestione flessibile, efficiente, legata ai tempi, alle necessità, garantendo la possibilità di aderire a trasformazioni economiche e sociali che sono ormai continue. Vi è poi il tema dell’adeguamento a norme nazionali e regionali sempre più stringenti e attuali, ad esempio nel campo della sostenibilità energetica e ambientale. Dobbiamo efficientare il nostro patrimonio di case, scuole, edifici comunali. Per dare un’idea delle quantità, la Città possiede circa 900 edifici. Abbiamo necessità di operare una manutenzione diffusa sul territorio. A un primo sguardo il tema potrebbe apparire tecnico, riservato agi addetti ai lavori, ma in realtà ha enormi ricadute sociali. L’obiettivo di fondo della revisione che stiamo avviando è un obiettivo di giustizia. Lo scopo è costruire una città diffusa, una città delle opportunità per tutti e tutte, una città che sappia riequilibrare le possibilità e far fronte ai fenomeni sociali di segregazione, di differenze tra centro e periferia, nella fornitura di servizi.
Oltre i confini
“Invertendo la concezione degli ultimi anni – conclude il vicesindaco -, noi pensiamo che Torino debba dialogare con la sua cintura, con i paesi contermini. In particolare per alcuni settori come i trasporti, il verde, la dotazione di servizi di rango, la pianificazione deve essere fatta aldilà dei confini comunali. Se è vero che Torino non ha 1.250.000 abitanti come previsto dal Piano Regolatore del ’95, è anche vero che la città non corrisponde solo ai novecentomila abitanti attuali, perché dobbiamo tenere in considerazione anche i cittadini che abitano nelle vicinanze e che quotidianamente usano la città e che alla città danno e ricevono in termini di lavoro, di cultura, di ricerca, di divertimenti. È quindi evidente che la nostra visione non possa essere legata al confine amministrativo comunale. È una visione che dialoga con i Comuni limitrofi, con la Regione, con la Nazione, fino ad arrivare al livello internazionale. Il lavoro di revisione del Piano Regolatore vigente deve inserirsi in una visione più ampia, che deve proiettarsi almeno agli anni 2030, per aprire una prospettiva di riflessione che travalichi i confini territoriali di un mandato e i confini amministrativi della città, una visione per il futuro basata sull’idea di Torino laboratorio della sostenibilità.
Per approfondire i temi, sono previsti una serie di incontri, destinati ai tecnici e al pubblico. Il loro calendario è costantemente aggiornato sul sito.
Infine sul sito saranno inseriti i documenti di approfondimento disponibili e aggiornamenti circa le progettualità in corso.
Torinosiprogetta.it è un sito della Città , realizzato da Urban Center Metropolitano per il quale rappresenta uno strumento importante, nell’ottica di un coinvolgimento sempre più ampio e trasversale dei cittadini, sia attraverso la costruzione del dibattito, che informando i tecnici sull’avanzamento dei lavori. Urban Center Metropolitano, realtà nata nel settembre 2005 grazie a un accordo tra Città di Torino, Compagnia di San Paolo e l’Associazione Torino Internazionale, è un’associazione nata per raccontare i processi di trasformazione di Torino e dell’area metropolitana. È uno strumento di comunicazione, ricerca e promozione, oltre che un luogo di confronto e informazione a disposizione di cittadini, pubblico esperto e operatori economici.
Collocato nel cuore della città, Urban Center è aperto tutti i giorni e propone un programma di iniziative rivolte a tutti, con lo scopo di diffondere la conoscenza dei temi legati alla trasformazione dei territori (itinerari in compagni di architetti professionisti, convegni, incontri).
Urban Center Metropolitano di Torino è tra i soggetti promotori della rete nazionale degli Urban Center.
La sede è in piazza Palazzo di Città 8f. Aperto dal martedì al sabato dalle 11 alle 18, ingresso libero.