Via libera questa mattina dalla Giunta comunale – su proposta dell’Assessora Carlotta Salerno – alla delibera con cui vengono approvati gli indirizzi per il nuovo servizio di ristorazione scolastica.
Oltre al mantenimento degli standard di servizio e di qualità alimentare consolidati, l’affidamento del nuovo appalto prevederà un prezzo base per il pasto che remuneri adeguatamente tutti i fattori produttivi e la richiesta di un’offerta che chieda ai candidati di concorrere esclusivamente nell’incremento della qualità del servizio e non nella riduzione dei suoi costi.
Il codice dei contratti pubblici prevede espressamente questa possibilità nel settore della ristorazione scolastica.
“L’indirizzo è quello di assegnare il massimo punteggio possibile all’offerta qualitativa” dichiara l’Assessora alle politiche educative. “Una gara senza ribasso – prosegue – ci permetterà di intensificare l’attenzione su elementi come l’estensione della mensa fresca, l’appetibilità e il sapore del pasto, l’utilizzo di alimenti a KM 0, il recupero e l’educazione alimentare”.
Nella delibera infatti, oltre ai nuovi criteri di concorrenza, vengono stabiliti l’aumento della percentuale degli alimenti da agricoltura biologica e commercio equo e solidale (superando la percentuale minima obbligatoria dei Criteri Ambientali Minimi – CAM), Km 0 e filiera corta; una particolare cura a sapore e appetibilità; l’estensione graduale della mensa fresca – dove possibile – per le scuole dell’obbligo; il contrasto agli sprechi alimentari e il recupero degli avanzi; campagne di comunicazione, informazione e partecipazione rivolte a scuole e famiglie; attenzione ai lavoratori del settore e la partecipazione diversificata per numero e tipologia di imprese.
“La delibera interessa le famiglie di 342 plessi scolastici torinesi ed è stata possibile grazie al lavoro e allo sforzo fatto sul Bilancio della Città” conclude Salerno.
Il servizio è rivolto a tutte le scuole comunali e statali, dai nidi d’infanzia alla secondaria di primo grado e fornisce ogni giorno dai 30mila ai 35mila pasti, per un totale di 5/6 milioni l’anno.