Nella ricorrenza del 45° anno di attività della Consulta Femminile Comunale di Torino si è
svolto questo pomeriggio, nella Sala Carpanini di Palazzo civico, il convegno “Migrazioni Femminili a Torino”. L’incontro, organizzato dalla Consulta Femminile in collaborazione con il Comitato Pari
Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Torino, ha voluto approfondire il tema della migrazione
femminile, con l’obiettivo di portare a conoscenza le problematiche legate al tema dell’inclusione delle
donne migranti, quindi le opportunità e gli ostacoli, ma anche il percorso di uguaglianza e di
parità tra donne e uomini.
Spesso le donne vivono percorsi di immigrazione diversi da quelli degli uomini, scontrandosi con discriminazioni motivate dall’essere donne straniere. I relatori presenti hanno così tracciato le regole dell’accoglienza, di inclusione, di inserimento occupazionale e sociale, con un attenzione specifica alla realtà femminile.
All’incontro era presente la vicesindaca Michela Favaro, che ha portato i saluti istituzionali ringraziando la Consulta Femminile, il Comitato Avvocati e i rappresentanti delle associazioni presenti, per il lavoro che
stanno svolgendo sull’argomento delle donne migranti. “Un tema importante vista anche la forte
tradizione internazionale che ha la nostra città sull’immigrazione e sull’accoglienza. In particolare il tema
donna è molto sentito viste le notevoli difficoltà che trovano soprattutto per l’inserimento all’interno del mercato del lavoro. E’ una sfida che riguarda tutti perché le donne sono portatrici di valori e bisogni che riguardano il futuro della nostra città. Bisogna poi sfatare una questione legata alla maternità. Infatti le donne che non lavorano hanno più difficoltà ad avere dei figli rispetto a coloro che si reinseriscono nel mondo del lavoro. Le donne migranti e i giovani costituiscono un grande bacino che non ha occupazione e che invece dovrebbe avere per far crescere la nostra città. Le donne migranti sono portatrici di caratteristiche, esperienze ed esigenze specifiche che è necessario valorizzare“.
I dati più recenti sul flusso migratorio recitano che al 1 gennaio del 2023 in Italia erano presenti
3 milioni e 700 mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno, di cui oltre 170mila i rifugiati arrivati dall’Ucraina fuggiti dalla guerra. Dei 5,1 milioni di cittadini stranieri residenti in Italia, poco più della metà sono donne, pari a 2.623.802 quelle residenti in Italia.
Come ha evidenziato in un report Idos, da oltre mezzo secolo le donne sono protagoniste del
fenomeno migratorio in Italia. In generale il dato che emerge nella provincia torinese è che il fenomeno migratorio ha concluso la sua espansione e si sta stabilizzando: ovviamente Torino fa la parte del leone, con circa 134mila stranieri residenti su una popolazione di 858mila persone, mentre sul territorio
metropolitano i numeri sono inferiori e in calo (escludendo il capoluogo la percentuale di
immigrati è del 6,18%), anche se quasi tutti i 312 Comuni sono interessati dal fenomeno. I dati
attuali confermano un riequilibrio nella distribuzione di genere all’interno della popolazione
straniera, le donne, nell’anno in esame, rappresentano infatti il 50,7% della popolazione complessiva straniera.
Le lavoratrici straniere hanno infatti colto l’occasione di trovare un’occupazione ed una
collocazione abitativa offerta dal mercato italiano, caratterizzato da una forte espansione della
richiesta di assistenza a domicilio, non soddisfatta dalla forza lavoro autoctona. Per alcuni
decenni è stata quindi la presenza delle donne straniere che si trasferivano a vivere con la
persona assistita a caratterizzare il fenomeno migratorio. Nel corso degli anni molte di loro, che
erano emigrate da sole, sono state raggiunte dal proprio nucleo familiare, scegliendo quindi di
stabilirsi definitivamente sul territorio metropolitano; altre donne invece, dopo essere rimaste in
Italia alcuni anni, sono rientrate nel proprio paese. Se il tasso di occupazione femminile in Italia
è tra i più bassi d’Europa, quello delle donne straniere è in assoluto il peggiore. Risulta correlato
al genere e alla cittadinanza e si abbassa passando dagli autoctoni ai cittadini stranieri e alle
donne straniere Se occupate le donne rimangono in poche e specifiche occupazioni
(collaboratrici domestiche, addette alla cura della persona e alle pulizie degli uffici).
Altro dato interessante riguarda l’analisi dei titoli di studio dichiarati dalle persone straniere al
momento dell’iscrizione al Centro per l’impiego registrate nel 2023: le donne straniere dichiarano
titoli di studi più elevati rispetto agli uomini, le laureate rappresentano il 60,6% e le diplomate il
64,5% del totale dei laureati e dei diplomati stranieri.
Per quanto riguarda la cittadinanza italiana a Torino nel 2023 le acquisizioni di cittadinanza sono
state 4.374, il 63 % di quelle della Città Metropolitana. Tra il 2019 ed il 2023 i neomaggiorenni
residenti nel Comune di Torino che hanno optato per la cittadinanza italiana sono stati 2.961, il
43% di origine rumena. (con una leggera prevalenza della componente maschile rispetto a quella
femminile rispettivamente 52,6% e 47,4 % del totale dei neomaggiorenni di origine romena). Seguono i/le neomaggiorenni di origine marocchina, nigeriana e cinese.
Gino Strippoli