di Gianni Ferrero
Per iniziativa dell’Associazione tra i consiglieri comunali già componenti il Consiglio comunale di Torino e dei consiglieri comunali emeriti del Comune di Verona si è svolto nel pomeriggio nella Sala delle Colonne di Palazzo Civico un convegno dedicato alla figura di Giovanni Roveda, primo sindaco di Torino dopo la Liberazione. Si è trattato di una riflessione ampia sulla figura di Giovanni Roveda, sindacalista e poi senatore nella I e nella II legislatura. Nell’aprile 1945 Roveda partecipò alla liberazione di Torino ad opera dalle formazioni partigiane. E il 28 aprile, nel pieno dell’insurrezione, il Cln piemontese lo nominò primo cittadino a capo di una Giunta Popolare rappresentativa di tutte le forze politiche democratiche che durò in carica fino al 5 dicembre ’46.
I lavori si sono aperti con l’intervento del presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino, cui sono seguite le riflessioni di Giancarlo Quagliotti e Carlo De’ Gresti, rispettivamente presidenti delle Associazioni degli ex consiglieri comunali di Torino e Verona e il saluto del Sindaco Piero Fassino. Ricordarlo è rendere omaggio a una personalità di straordinaria levatura, dotata di grande sensibilità umana. Nel contribuire a ricostruire un tessuto sociale ed economico devastato seppe fare leva sui torinesi con concretezza esemplare.
Ma fu punto di riferimento alto non solo per i torinesi. Se si scorre la sua biografia, si constata come egli non si limitò a governare una città nell’emergenza, ricucendo i legami, affrontando innumerevoli problemi, ma dimostrò costantemente una visione alta, onesta pulita, lungimirante. Il suo pensiero e la sua condotta, hanno dimostrato in ogni atto la capacità di un protagonista autentico di quell’Italia del secondo dopoguerra. Anche quando, successivamente, rappresentante dei lavoratori e senatore nella prima e seconda legislatura, dall’8 maggio ’48 al 24 giugno 1953, affrontando le questioni del mondo produttivo, dei diritti negati nelle fabbriche in un quadro di sviluppo e di ripresa dell’economia, non rinunciò mai a farsi paladino di ideali.
Ai professori Claudio Dellavalle e Maurizio Zangarini, docenti universitari di storia contemporanea, rispettivamente all’ateneo torinese e a quello veronese, è stato affidato il compito di tratteggiare il percorso umano e politico di Roveda e la cronaca della sua liberazione. Concluderanno la giornata Diego Novelli, presidente dell’Anpi, Carlo Ghezzi, presidente della Fondazione Di Vittorio e il sindaco di Verona, Flavio Tosi.