di Piera Villata e Gianni Ferrero
La Sala Rossa ha ospitato nel tardo pomeriggio un approfondimento dedicato alla Resistenza, analizzato sotto il profilo del contributo di quella parte di compagine di ispirazione cattolica che diede impulso al definitivo rovesciamento della dittatura, insieme ai partigiani delle diverse ispirazioni.
Di particolare importanza fu infatti l’impegno nella Liberazione, a Torino e in Piemonte, di donne e uomini esponenti del vasto mondo democratico-cattolico. Impegno che l’Associazione comunale Consiglieri Emeriti ha lodevolmente inteso ricordare in questa giornata nel corso della quale è stato analizzato, da differenti punti di vista, il ruolo svolto dall’antifascismo di ispirazione cristiana durante la Resistenza e il contributo offerto alla lotta insurrezionale, fino alla nascita dell’Italia democratica. In una sala Consiglio gremita hanno preso la parola i presidenti (dell’assise) Giovanni Porcino e Giancarlo Quagliotti (dei consiglieri emeriti), Piero Aceto e lo storico Walter Crivellin.
I 70 anni dalla Liberazione sono stati celebrati con diversi incontri, dibattiti, mostre, commemorazioni e testimonianze volti a ricordare il ruolo dei protagonisti e delle organizzazioni a cui essi si riferivano. Il sindaco Piero Fassino, intervenendo ai lavori ha lodato il contributo e il sacrificio della compagine d’ispirazione cattolica alla Resistenza e ha spiegato l’importanza di incontri come quelli di oggi: “Ci consentono di rendere onore a coloro che si sono sacrificati per difendere e affermare gli ideali di giustizia e per una società più giusta e anche a riflettere su esponenti lucidi e concreti del mondo ecclesiastico e politico”.
Ogni violenza è un’offesa alla dignità umana, ha sottolineato Fassino che ha spiegato come sia necessario per gli Stati contrastare le umiliazioni, impegnandosi a spegnere i focolai di guerra che in queste settimane sono fonte di grave preoccupazione. Ha poi, prendendo a prestito le parole di Giorgio Bocca spiegato come la lotta partigiana in particolare in Piemonte, sia stata un’impresa condivisa. Il sindaco ha tratteggiato alcune delle figure rappresentative che si distinsero: da don Giuseppe Marabotto a padre Rugerro Cipolla, da Silvio Geuna a Felice Mautino.
La Resistenza, ha ancora aggiunto il sindaco, è il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica: “L’’Assemblea costituente fu composta infatti da esponenti del Cln, e prima ancora del Fronte Nazionale, i cui massimi esponenti scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni ed ispirandola appunto ai principi della democrazia e dell’antifascismo, costituendo l’ossatura delle istituzioni democratiche e della stessa vita politica del Paese. Non c’è futuro senza memoria. Quel che è avvenuto non deve accadere mai più. La conoscenza aiuta a mantenere vivi gli anticorpi. A essere pronti a estirpare i primi segni dell’antisemitismo, del razzismo, dell’intolleranza e della xenofobia. E’ necessario un impegno quotidiano, costante e continuo a fermarne la mano”.