Quest’oggi, al Palazzo a Vela di via Ventimiglia, si sono svolte regolarmente, in sicurezza e nell’assoluto rispetto delle disposizione sanitarie previste dalle normative statali e regionali per il contenimento del contagio da Covid 19, le prova concorsuali del Comune di Torino per i profili professionali di “responsabile tecnico” e di “educatore asili nido”.
Oltre le misure di controllo e prevenzione del contagio indicate nelle normative – cioè misurazione della temperatura all’ingresso, distanziamento tra i concorrenti, utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e igienizzazione di spazi e strumenti – è stato attivato un presidio medico con mezzo di soccorso allo scopo di garantire il tempestivo intervento e la pronta gestione di eventuali casi di emergenza.
In mattinata, al concorso per “responsabile tecnico” si sono presentati 246 concorrenti sui 628 che avevano fatto domanda. Nel pomeriggio, alla prova per il profilo di “educatore asili nido” hanno partecipato 381 persone sulle 1400 che avevano inoltrato richiesta.
“La Città di Torino – sottolinea l’assessore al Personale, Sergio Rolando – ha oggi bisogno di inserire nuovo personale per assicurare la continuità di servizi educativi (personale per le attività didattiche e tecnici per la gestione degli edifici scolastici), dei servizi di manutenzione della viabilità (personale tecnico e amministrativo), per i servizi di assistenza (personale specialistico del settore), per il rilascio dei permessi a costruire per le concessioni di suolo pubblico (personale tecnico e amministrativo), per garantire la manutenzione del verde pubblico (personale tecnico e amministrativo), per attività finalizzate al presidio del territorio e per lo svolgimento di servizi di sicurezza in ambito urbano (polizia locale, protezione civile), per la manutenzione del patrimonio pubblico (personale tecnico e amministrativo)”.
“Fermare e rimandare le prove concorsuali – aggiunge il Segretario generale, Mario Spoto – causerebbe un blocco a funzioni e servizi di pubblica utilità: uno stop che sarebbe peraltro arbitrario, in quanto queste prove non risultano tra le attività espressamente sospese dalle disposizioni governative, a differenza di quanto previsto nella prima fase dell’emergenza sanitaria”.