di Mauro Gentile
Se fossimo al Giro d’Italia lo potremmo definire un tappone di montagna con il traguardo (nel nostro caso l’obiettivo del pareggio di bilancio) posto sulla cima Coppi. Di certo gli uffici della Direzione Finanziaria a Palazzo Civico non sono le strade delle grandi salite viste alla corsa rosa ma, come avviene da qualche anno a questa parte, raggiungere il risultato auspicato (la vetta tra i primi per chi pedala e, per chi è chiamato ad amministrare il Comune, la predisposizione di un bilancio che conserva inalterata l’offerta complessiva dei servizi e non aumenta la pressione fiscale) si presenta sempre più complicato. Detto molto sinteticamente: è una questione di equilibrio tra risorse disponibili, in progressiva diminuzione, e domanda di servizi, in costante crescita.
Segno meno sui trasferimenti erariali per 116 milioni di euro
Risorse in diminuzione si è detto. Vediamo con i numeri, facendo un confronto tra il 2015 e l’anno passato, il quadro delle entrate con cui si è dovuto fare i conti (letteralmente) per scrivere la finanziaria di Palazzo Civico.
Partiamo dai trasferimenti erariali che, rispetto al 2014, sono calati di circa 54 milioni di euro. Un segno meno alla voce entrate costituito dal taglio di 26 milioni di euro del Fondo di Solidarietà Comunale, di 10 milioni dei trasferimenti per IMU immobili comunali e di altri 18 milioni di euro per riduzioni dovute al minor gettito dell’Imu, allo sblocca Italia, ecc.).
A questi 54 milioni di minori entrate vanno sommati, per ragioni e motivazioni diverse, circa altri 36 milioni di euro. Ma non basta. A partire da quest’anno, non è inoltre più possibile applicare l’avanzo di amministrazione alla spesa corrente (nel 2014 l’importo derivante dall’avanzo era pari a 56 milioni di euro). Spese obbligatorie per 39,4 milioni di euro
Meno entrate e più spese obbligatorie. Accanto al calo dei trasferimenti statali si sono sommati alcuni stanziamenti in spesa, resi necessari dall’applicazione dei principi dell’Armonizzazione Contabile e nello specifico, per il ripiano annuale del maggior disavanzo derivante dal maggior riaccertamento straordinario dei residui (11,2 milioni di euro) e per l’iscrizione del Fondo Crediti di Dubbie e Difficile Esigibilità (28,2 milioni di euro).
Miglioramenti normativi ottenuti da Anci e Città di Torino attraverso il decreto Enti Locali.
Da notare che, se non si fosse intervenuti attraverso un’azione politica della Città di Torino (sostenuta dall’Anci in sede di confronto con il Governo), si sarebbe dovuto iscrivere a bilancio una ben maggiore cifra e pari a 104,5 milioni di euro. Grazie all’intervento dell’Anci, che ha permesso di modificare una norma legislativa, è stato possibile contenere l’impatto degli oneri derivanti dal pagamento delle rate di ammortamento dei mutui operando una significativa rinegoziazione con Cassa Depositi e Prestiti che, per l’anno in corso, ha portato un beneficio in termini di risparmio di spesa pari a 9,5 mln..Inoltre, nel decreto Enti Locali è stato rivisto l’impatto sui bilanci dei Comuni, di questo e di quello dei prossimi anni, del ripiano annuale del maggior disavanzo derivante dal maggior riaccertamento straordinario dei residui e del Fondo Crediti di Dubbie e Difficile Esigibilità
Risparmi su personale e bolletta energia
Per compensare, almeno in parte, il calo delle risorse finanziarie disponibili, si è agito sulla spesa attraverso operazioni di contenimento dei costi del personale (oltre 13 milioni di euro di risparmi rispetto al previsionale 2014), di una maggiore efficacia nella gestione del pagamento delle utenze (con economie di oltre 5 milioni euro rispetto al previsionale 2014). Inoltre, a compensazione della diminuzione dei trasferimenti erariali per il ripiano del minor gettito da tributi, conseguenza di modifiche normative, si è provveduto a ridurre la spesa di questa voce per 4,5 milioni di euro.