di Luisa Cicero
Fino al prossimo 23 luglio il loggiato antistante Sala Marmi, a Palazzo Civico, ospiterà la mostra di Luigi Farina “È materia nello spazio”, a cura di Karin Chiono Reisovà.
Organizzata dall’associazione Areacreativa42, la rassegna vede in esposizione una selezione di 10 sculture dell’autore piemontese, di origine lucana.
“Ogni volta che apro il forno dopo la cottura – racconta Farina – è sempre un momento difficile, in un solo secondo puoi scoprire di aver gettato al vento mesi di lavoro oppure di aver finalmente dato una materia ai tuoi pensieri”.
Istintivamente, data l’energia che sprigionano, il visitatore tende a toccare e a interagire con le opere esposte per scoprirne la forza e la vitalità che le caratterizza. Un legame, inevitabile, che da sempre unisce l’uomo alla materia, congiungendolo ad essa.
Nei lavori dell’artista il cerchio la fa spesso da padrone, come a sottolineare che la vita è davvero una circonferenza in cui tutto ritorna al punto di partenza. Con l’uso in particolare della terracotta Luigi Farina ricrea simboli che richiamano forme ancestrali e primitive legate al mondo contadino, alla terra, ai ricordi. Osservando le sue sculture, infatti, ci si sofferma a riflettere sul senso della vita, del creato e dell’archè inteso come principio di tutte le cose che, secondo i filosofi naturalisti era data dai quattro elementi della natura Acqua, Aria, Terra e Fuoco.
“Farina è un abile costruttore di forme con vita propria– sottolinea lo storico dell’arte Antonio D’Amico –, somiglianti a brandelli di una realtà mutevole che si nutrono di incorporeo e provengono da un angolo della sua mente pulsante di momenti rivissuti nel suo io più recondito, non palesato ma appena percepito e poi nutrito dai ricordi. Per Luigi Farina le origini sono vene dentro alle quali scorre libera una creatività fatta di simboli ancestrali, i cui esiti grafici e scultorei offrono oggetti legati al mondo contadino, dove la terra è madre e rifugio”.