Il Giro d’Italia e il Sermig insieme per rendere la corsa ancora più bella. Ernesto Olivero e l’Arsenale della Pace hanno creato il progetto “3479 chilometri di speranza” in cui temi importanti sono la solidarietà, l’impegno per la pace, ma anche un segno concreto per ridurre le distanze in questo periodo di pandemia. Il Sermig è stato invitato a partecipare alla corsa in rosa come partner sociale e per l’occasione metterà a disposizione i suoi volontari in tutte le città toccate dal Giro.
La sindaca Chiara Appendino ha ringraziato Ernesto Olivero e il Sermig per il costante impegno sociale sul territorio. “La Lettera alle Coscienze – ha sottolineato la prima cittadina – è un’iniziativa importante che rimarca i temi della solidarietà, il no alla droga e alle armi, ma anche tanti altri argomenti. Leggendola ognuno di noi sarà sicuramente colpito da qualche passaggio. Credo che sia bello che l’Arsenale della Pace abbia utilizzato lo sport per veicolare i suoi messaggi. Per quanto riguarda il Giro d’Italia siamo molto orgogliosi che parta da Torino e speriamo possa capitare altre volte in futuro”.
“Vorrei rigraziare il giornalista Paolo Viberti, l’ammistratore delegato di RCS Paolo Bellino e la sindaca Chiara Appendino per averci permesso di collaborare con il Giro d’Italia – ha sottolineato il fondatore del Sermig Ernesto Olivero -. Per l’evento abbiamo voluto scrivere la Lettera alle Coscienze indirizzata a tutti i sindaci italiani. Con questa lettera abbiamo voluto trasmettere a tutti i primi cittadini la nostra esperienza e il cuore con cui facciamo le cose ogni giorno. La prossima settimana la porterò personalmente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Mario Draghi. Per noi partecipare al Giro d’Italia è una gioia ma anche una responsabilità perchè siamo convinti che mai come oggi il nostro Paese abbia bisogno di un messaggio di speranza e di impegno per costruire un mondo un mondo migliore”.
Ma il Sermig e il Giro d’Italia collaboreranno insieme anche attraverso il progetto “Reporter di buone notizie” nato grazie a Chiara e Fatima, due giovani volontarie che hanno coinvolto 40 persone tra i 17 e i 40 anni di tutta Italia che sono stati intervistati e hanno trasmesso le loro “buone notizie”.