Accolto con un bicchiere di the alla menta, c’era anche il sindaco Piero Fassino questa mattina a Parco Dora per la conclusione del Ramadan. Di fronte alle migliaia di musulmani riuniti sotto la tettoia del capannone dello “strippaggio” tra corso Mortara e via Borgaro in occasione della chiusura del Ramadan, Fassino ha ricordato come Torino sia diventata via via una grande città multiculturale, multietnica, multireligiosa.
“Una città – ha detto il Sindaco – che costruisce giorno dopo giorno integrazione, il riconoscimento reciproco tra uomini e donne che vengono da storie diverse, culture diverse, religioni diverse, ma hanno tutte gli stessi diritti e gli stessi doveri”.
Su 1 milione di abitanti, 150mila torinesi hanno origini straniere e le comunità dei Paesi arabi e musulmani sono tra le più grandi comunità della città.
“Lavoriamo ogni giorno per far sentire torinesi tutti coloro che vivono qui – ha ricordato il sindaco che, ricordando i tragici fatti di Tunisi dello scorso marzo che hanno colpito tanto duramente Torino, ha invitato tutti all’impegno “per costruire insieme ogni giorno un mondo libero da violenza, fanatismo, intolleranza, perché ogni persona sia riconosciuta nella sua identità e possa viverla nel rispetto, nella libertà e nell’uguaglianza dei diritti e dei doveri”.
Alla festa, dove sono stati letti i messaggi inviati dalla comunità ebraica, valdese e ortodossa romena, erano presenti anche rappresentanti dell’induismo e del cattolicesimo. “Impegniamoci insieme, cristiani e musulmani, soprattutto nell’educazione dei nostri figli, per sradicare dalle loro anime e dalle loro menti anche la più piccola traccia di odio. Nessuno di coloro che uccidono o fanno del male in nome di Dio è un vero credente”, ha scritto nel suo messaggio il vescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia