di Mauro Gentile
Un occhio gigante che, dalla Mole Antonelliana, scruta la volta celeste a caccia di messaggi lanciati attraverso lo spazio cosmico e alla ricerca di risposte ai mille perché sulla natura dell’universo.
E’ il Third Eye Prophecy, un’opera realizzata dall’artista milanese Luca Pozzi per celebrare, insieme ad altre iniziative, il decimo anniversario della missione Nasa Enrico Fermi: un progetto internazionale con una buona dose di italianità perché, con l’agenzia spaziale statunitense, hanno collaborato alla sua realizzazione l’Agenzia Spaziale Italiana, Istituto Nazionale di AstroFisica e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il cuore del telescopio infatti, l’apparato tracciatore al silicio è un gioiello di tecnologia con più di un milione di canali sensibili al passaggio della radiazione, è stato realizzato nei laboratori dell’INFN con il contributo dell’industria spaziale del nostro Paese.
Il programma degli eventi organizzati per il decennale della missione è stato presentato giovedì a Torino, a Palazzo di Città. Una scelta non casuale perché proprio nel capoluogo piemontese sono state progettati e assemblati alcuni tra i componenti chiave. A ricordarlo è stata l’assessora all’Innovazione della Città Torino, Paola Pisano. “La nostra città – ha detto l’assessora – è orgogliosa di aver partecipato, attraverso il lavoro della sezione torinese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, alla realizzazione di Fermi e ai successi ottenuti nel corso di due lustri di attività nello spazio.
Un contributo che rappresenta anche – ha aggiunto Paola Pisano – una conferma dell’importanza che per il sistema economico della nostra città rivestono lo studio e la progettazione in ambito scientifico di Università, Politecnico e istituti di ricerca, del ruolo strategico delle attività di prototipazione, sperimentazione e produzione di strumenti, macchinari e altri mezzi ad alta tecnologia in settori, come l’aerospazio, fortemente orientati all’innovazione”.
Due gli eventi scientifici organizzati a Torino e a Roma. Nel capoluogo subalpino, nei giorni 11-15 giugno presso il polo di Biotecnologie, la conferenza scientifica Fermi@10 – Blazar and Beyond farà il punto sulla conoscenza delle galassie attive ottenuta con le osservazioni di Fermi e altri telescopi nello studio delle galassie attive. Nella città capitolina, l’11 giugno presso ASI, il convegno Fermi Open Day ripercorrerà i maggiori risultati ottenuti sulla radiazione cosmica: misurando i fotoni gamma, la radiazione elettromagnetica di più alta energia, Fermi ha infatti già rivoluzionato la nostra conoscenza dell’universo, svelandoci le proprietà delle più potenti sorgenti cosmiche come le stelle di neutroni, i buchi neri supermassivi, i resti delle supernovae.
Buon compleanno dunque al satellite Fermi che, con il suo sguardo verso l’infinito, sta aiutando da dieci anni gli scienziati a rendere un po’ meno segreto il nostro universo.