di Mauro Marras
La Città di Torino corrisponderà direttamente ai lavoratori e lavoratrici della ditta Tundo gli stipendi, arretrati compresi, applicando l’art. 30 del Codice degli Appalti. È la decisione emersa ieri nel corso dell’incontro svoltosi in Prefettura alla presenza dei rappresentanti sindacali, dell’azienda e dell’Amministrazione comunale.
Decisione ribadita questa mattina in Comune dall’assessore Marco Giusta nel corso di un nuovo incontro con i lavoratori e utenti del servizio. Entro i primi giorni di settembre verrà approvato il provvedimento di attuazione dell’art.30. Intanto, la Città ha chiesto all’azienda insolvente di ricevere, entro i primi giorni di settembre, la necessaria documentazione utile al calcolo degli arretrati; in ogni caso, l’Amministrazione si impegna a ricostruire la situazione di ogni lavoratore e di saldare entro i primi giorni di ottobre una parte degli arretrati e di versare fino a dicembre, alla scadenza dell’appalto, gli stipendi al posto dell’azienda.
La ditta Tundo è un’azienda di rilevanza nazionale che ha in appalto a Torino il servizio di trasporto disabili (circa 16 mezzi) e il servizio scolastico, con circa 70 mezzi impiegati. “Un servizio svolto in modo impeccabile dai conduttori dei mezzi e dal personale di accompagnamento, come ci segnalano gli utenti del servizio”, ha sottolineato Marco Giusta.
Il mancato pagamento degli stipendi ha avuto inizio nel febbraio scorso. In questi mesi gli uffici dell’assessorato all’Istruzione hanno incontrato più volte i gestori del servizio per avere contezza in merito alla regolarità del servizi e dei pagamenti, ricevendo sempre rassicurazioni da parte dell’azienda; anche la sindaca Appendino e gli assessori Patti e Rolando avevano incontrato l’imprenditore ottenendo le stesse rassicurazioni.
Il caso è esploso a fine luglio con la segnalazione da parte dei sindacati, cui ha fatto seguito l’immediata sospensione dei pagamenti del servizio da parte del Comune e la richiesta di chiarimenti all’azienda, insieme all’attivazione delle procedure per l’applicazione dell’art.30.
Ad aggravare la situazione il caso dei dieci lavoratori che nel frattempo si sono licenziati per avere l’indennità di disoccupazione, e quello dei subappaltatori che versano nella stessa difficile situazione dei lavoratori. Nel primo caso, l’amministrazione si è impegnata a verificare la possibilità di inserire una clausola premiante nel nuovo appalto che partirà nel 2019; per i secondi, si verificherà se l’art.30 si può applicare anche nei loro confronti.