di Michele Chicco
Nove progetti di ricerca per sviluppare innovazione tecnologica e qualità del servizio idrico, con una migliore efficienza e una riduzione dei costi di gestione. Sono quelli nati dall’accordo tra Smat, Iren e Hera che vedranno nei prossimi 2 anni investimenti diretti per oltre 1,2 mln e l’impiego di 21 ricercatori, 4 assunti nelle ultime settimane dalla società torinese di gestione dell’acqua.
L’applicazione dei risultati della ricerca avrà un ritorno economico di 4,8 mln in 5 anni. Tre i filoni dei progetti di ricerca di Smat, Iren e Hera, dalle analisi di laboratorio specialistiche allo sviluppo di sistemi di telecontrollo ai processi di potabilizzazione e depurazione dell’acqua.
Fra i più innovativi il progetto ‘Exclusion zone’, una sorta di autopotabilizzazione che sfrutta il comportamento delle molecole dell’acqua a contatto con materiale idrofilo.
Per il sindaco di Torino, Piero Fassino, “questa iniziativa dimostra come oggi il campo dei servizi pubblici sia motore per lo sviluppo del Paese e non certo un peso sulla sua economia”. Il primo cittadino ha poi fatto notare che “queste sono non a caso tre società di dimensioni significative ed è una questione non di poco conto. Il vero tema della riorganizzazione delle società partecipate – ha aggiunto – è come favorire i processi di aggregazione per dimensioni di scala di società capaci di operare in un mercato più grande”.
Soddisfatti il presidente di Iren, Francesco Profumo, che ha sottolineato come “questa operazione dia più forza al nostro comparto acqua”, e l’ad di Smat Paolo Romano. “Oggi – ha detto quest’ultimo – l’industria italiana è quasi inesistente nel settore idrico, mi piacerebbe che partendo da qui si potesse sviluppare”. “Questi progetti – ha concluso – il direttore innovazione Hera, Salvatore Molè – porteranno ottimizzazione della gestione operativa, miglioramento dei costi di gestione, efficacia operativa e benefici sull’impatto ambientale”.