di Antonella Gilpi
L’idea di “Tavolo” come luogo e non solo come oggetto: luogo di incontro, condivisione lavoro, luogo di riti quotidiani sarà il tema dello studio e della progettazione di sei team guidati da altrettanti designer professionisti composti da 50 studenti universitari provenienti da tutta Italia (delle discipline di design, architettura, psicologia, antropologia, scienze dell’educazione e affini), insieme a 15 utenti seguiti dai servizi di salute mentale dell’Asl per sperimentare soluzioni per un abitare inclusivo.
Si tratta della quarta edizione di MinD MAD in Design che si terrà al Campus Lingotto durante quattro giorni di workshop, dal 15 al 19 marzo. Nato nel 2014 da un’idea degli architetti Giulia Mezzalana e Sandra Paletto e della psicologa Elena Varini, è promosso da Campus – Fondazione CEUR (Centro europeo università e ricerca) con Blu Acqua società attiva nell’ambito della residenzialità psichiatrica, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e la collaborazione delle ASL, delle istituzioni universitarie e aziende del settore.
“Nell’ambito della residenzialità psichica,- spiegano i responsabili di MinD MAD in Design – comunità alloggio e gruppi di appartamento, la casa è il luogo che “cura” e che si “prende cura” delle persone. Le relazioni tra lo spazio e persone e gli oggetti si caricano di significati che vanno oltre le loro caratteristiche funzionali, tecniche e formali, diventano cioè preziosi strumenti di percorso di riabilitazione e di cura. All’interno del progetto MinD il design, inteso come processo è un potente mezzo di inclusione e trasformazione sociale, dove progettare “per” la fragilità diventa necessariamente progettare “con” la fragilità e dove l’idea del “fare insieme” diventa una strategia riabilitativa”.