di Mauro Gentile
Si chiama lavoro agile o, per chi alla lingua di Dante preferisce l’idioma d’Oltremanica, smart working. Di fatto è la possibilità ai lavoratori dipendenti di svolgere, utilizzando computer e collegamento a reti internet o intranet, la propria attività lavorativa al di fuori della sede aziendale, conservando lo stesso stipendio, uguali garanzie assicurative e tutela della privacy. Insomma, parliamo di quello che più comunemente chiamiamo lavoro a distanza o telelavoro svolto, nella maggior parte dei casi, trasformando in ufficio un angolo della propria abitazione, ma il posto di lavoro può diventare addirittura il tavolino di un bar, la panchina di un parco, la palestra o una postazione in coworking.
Oggi, questa modalità di lavoro trova spazi sempre maggiori anche nelle pubbliche amministrazioni e per essa il Comune di Milano organizza dal 2014 uno specifico appuntamento, la Giornata del Lavoro Agile. Questa mattina, nel capoluogo lombardo, è stata presentata la prossima edizione, in calendario il 18 febbraio del 2016.
I dipendenti delle circa centocinquanta, tra aziende private ed pubbliche del nostro Paese, dove sono già state introdotte forme di lavoro agile hanno potuto contare, ogni giorno, su un paio d’ore sottratte agli spostamenti e utilizzate per sé stessi, per la propria famiglia e per il tempo libero. Inoltre – come riportato nelle pagine web del portale del Comune di Milano dedicate proprio allo smart working – sono stati evitati, tra il 2014 e il 2015 circa 320mila chilometri percorsi con mezzi privati a motore, con indubbi vantaggi per l’ambiente, maggior tempo libero per i lavoratori e miglioramento della competitività per enti e imprese.
La Città di Torino è tra comuni che aderiscono alla terza Giornata del Lavoro Agile. “Tra le amministrazioni civiche – ricorda l’assessore al Personale, Gianguido Passoni – Torino è oggi tra le prime in Italia come numero di telelavoratori. Tre anni fa abbiamo scelto di sperimentare la modalità del lavoro a distanza e i risultati sono stati molto positivi, tanto che lo scorso anno il numero di dipendenti impiegati nel telelavoro è raddoppiato. Oggi sono quarantadue le persone che lavorano a casa propria, con indubbi vantaggi per la qualità della loro attività lavorativa e, più in generale della loro vita”.