di Michele Chicco e Gianni Ferrero
La Chiesa di Sant’Uberto ha ospitato questa mattina i lavori del tavolo italo tedesco, inaugurati ieri sera al Teatro Regio dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano insieme al Presidente della Repubblica Federale Tedesca Joackim Gauck. L’incontro bilaterale è stato organizzato sotto gli auspici della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio dei Ministeri degli Affari Esteri dei due Paesi e il coordinamento dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, l’Ispi.
Al summit, nella cornice della Reggia di Venaria, si sono incontrati a porte chiuse una settantina di esponenti del mondo delle istituzioni, dell’imprenditoria, dei media, della scienza e della cultura. Presenti, tra gli altri, gli ex primi ministri Enrico Letta e Mario Monti, il sottosegretario agli affari esteri Benedetto Della Vedova, Michele Valensise, segretario generale del Ministero degli Affari Esteri; Giancarlo Aragona, presidente dell’ISPI, il filosofo della politica e germanista Angelo Bolaffi, Klaus-Peter Roehler e Carlo Salvatori, rispettivamente manager e presidente Allianz e Flavio Valeri di Deutsche Bank. Da parte tedesca, intorno al grande tavolo ovale, Juergen Fitschen, della DB, Peter Huber, giudice della Corte costituzionale federale, Erwin Rauhe, presidente della Camera di Commercio Italo-Germanica, Carl-Ludwig Thiele, member of the Executive Board, Bundesbank, Oliver Bäte, Member of the Board of Management. Coesione sociale, cultura, educazione, ricerca e mercato sono elementi essenziali nella costruzione dell’identità europea e per cementare l’amicizia fra Italia e Germania, all’avanguardia sotto il profilo delle infrastrutture produttive e finanziarie.
Per l’ambasciatore Giancarlo Aragona, animatore della giornata, la partecipazione così sentita all’incontro testimonia la volontà di rinsaldare l’amicizia bilaterale e uscire dallo stereotipo del complesso di inferiorità del nostro Paese, viceversa apprezzato oltralpe.
Per il filosofo Angelo Bolaffi il processo culturale in atto ci transiterà sicuramente verso un europeismo in grado di assolvere alle sfide globali, vincendo la vecchia opinione di un’Europa eterogenea, unita dalla paura per lo spettro di nuovi conflitti.
Non sono mancati esempi raccontati da imprenditori tedeschi che hanno testimoniato modelli virtuosi di come le start up nel Centro Europa mettono a profitto il talento delle nuove generazioni e il coraggio di quel mondo finanziario.
Per l’ex premier Mario Monti occorre vincere le residuali sacche di pregiudizio nei confronti dei Paesi del Sud Europa e reciprocamente comprendere che un atteggiamento costruttivo dei Paesi “ricchi” porta a benefici condivisi.
Enrico Letta è dell’avviso di adottare una visione nuova rispetto all’insicurezza del mercato del lavoro e agli shock periodici e condividere le politiche comuni di bilancio. L’Italian-German High Level Dialogue mira a rafforzare i rapporti italo-tedeschi affiancando all’azione diplomatica e agli incontri governativi occasioni per favorire lo scambio di idee fra personalità rappresentative dei due Paesi. L’incontro infatti è stato utile per sviluppare i rapporti economici, culturali e scientifici e dare impulso al rapporto italo tedesco è strategico per affrontare le pressioni esterne, dalla competizione sui mercati globali alle conseguenze dei conflitti alle porte dell’Unione europea.
L’iniziativa di oggi, che negli auspici del sindaco Fassino “deve essere permanente, e di cui Torino si candida a diventarne la sede stabile”, mira infine a favorire il dialogo fra le due business community per far fronte a questioni cruciali come l’aumento degli investimenti infrastrutturali, la riforma del mercato del lavoro, la qualità e l’integrazione dei sistemi educativi, ancora fortemente frammentati. In questo contesto il ruolo degli attori privati – in primis le imprese, ma anche i media e il mondo della cultura in generale – è molto importante. Nella sessione bilaterale sono state approfondite le tematiche, in un ambito di mercato globale, sulla formazione e istruzione, sul lavoro giovanile, sulla valorizzazione culturale e sulle prospettive della crescita. Grande attenzione è stata focalizzata a un approccio concreto e propositivo al lavoro e alla lotta alla disoccupazione e alla precarizzazione con esempi di buone pratiche di imprese tedesche e nazionali che concretizzano idee innovative. La ricerca, lo sviluppo, l’investimento sul capitale umano sono le leve per accrescere gli investimenti coinvolgendo attori pubblici e privati.
Le conclusioni dell’ Italian German High Level Dialogue le ha tratte il sottosegretario Benedetto Della Vedova: “Le difficoltà dell’Italia sono strutturali di decenni”. Ma, a parere dell’esponente della Farnesina, il clima “entro cui ci muoviamo è cambiato”. E come l’Italia non può attribuire alla Germania le colpe delle proprie difficoltà, “la Germania deve riconoscere che l’Italia non è più quella dello stereotipo, non lo è sui conti pubblici, sulle pensioni, sulle riforme strutturali a partire dal Jobs Act”.