di Raffaela Gentile
E’ stata una lezione di politica internazionale, che ha toccato temi di grande attualità: dal mondo globalizzato, alle sovranità nazionali, passando per le politiche di accoglienza dei migranti, quella che questa mattina il Sindaco Piero Fassino, nella sua veste di docente, ha offerto ai ragazzi delle quarte e quinte del Liceo Einstein. Forte della sua pluriennale esperienza in politica estera (Sottosegretario agli Esteri nel governo Prodi, Ministro del Commercio Estero nel governo D’Alema, nonché inviato dell’Unione Europea in Birmania e Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione europea), il Sindaco ha evidenziato che avere una visione internazionale è oggi fondamentale per la vita di ogni Paese, poiché ormai il futuro non può essere circoscritto nei confini del proprio Stato. Ma, se il mondo è “glocal” come si organizza la vita di un mondo così interdipendente? Soprattutto quanta sovranità nazionale ogni Stato può e vuole trasferire in una istituzione sovrannazionale? “Alcuni temi – ha sottolineato il sindaco Fassino – , travalicano i confini degli Stati: l’ambiente, l’immigrazione, le borse, solo per citarne alcuni, devono poter essere affrontati con una strategia e con azioni comuni. In sintesi c’è sempre più bisogno di istituzioni di carattere globali per poter governare fenomeni globali”. Una platea molto attenta guidata dal Preside del Liceo, Marco Chiauzza e dal professore di fisica, oggi in pensione, Ferdinando Cabrini, instancabile promotore di appuntamenti come quello di questa mattina, ha avuto modo di porre al Sindaco una serie di questioni di grande attualità evidenziando quelle che apparentemente sembrano azioni contradditorie e paradossali. Ad esempio, un ragazzo ha chiesto com’è possibile che si possa mantenere la pace con i soldati? “La differenza – tra un esercito tradizionale e le forze di pace – ha spiegato il Sindaco è che il primo spara per primo, mentre la forza dissuasiva spara per secondo e solo se aggredito. Dal 2006, ad esempio un nostro contingente si frappone fra il Libano e Israele esercitando una forza dissuasiva fra i due Stati”.
Altro tema di stretta attualità espresso in una domanda da una studentessa è quello che dell’immigrazione. “La storia dell’umanità è storia di migrazione – ha detto Fassino -, oggi le migrazioni sono più facili di un tempo e una mobilità più facile aumenta anche i flussi di migrazione, che, badate bene, non sempre sono di persone disperate, ma anche di individui con alte professionalità. Di fronte ad un’umanità disperata il tema è come gestirlo, sapendo che regolare il fenomeno è un esercizio che richiede delle strategie, delle azioni. Due sentimenti distinti accompagnano chi emigra e coloro che li ospitano. Chi parte dal proprio paese natale nutre un sentimento di grande aspettativa, chi emigra spera di trovare altrove ciò che non ha trovato nel proprio paese d’origine, poi c’è chi li accoglie che deve confrontarsi con persone che parlano un’altra lingua, hanno una diversa fede religiosa, mangiano cose diverse, hanno altre consuetudini. Da sempre l’istinto umano di fronte ad uno sconosciuto non è quello di allargare le braccia, bensì mettere le mani avanti. Una politica dell’immigrazione deve affrontare questo tema, ossia come fare incontrare questi due sentimenti senza farli configgere fra loro”.