“Una pedalata di Dio per non farci dimenticare il coraggio”, ha affermato oggi Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in occasione della Giornata in ricordo delle vittime della mafia, che si celebra ogni anno il 21 marzo. L’emergenza sanitaria ha rinviato ad ottobre la manifestazione nazionale, che vede ogni anno una folla di giovani provenienti da tutta Italia e siciliani riversarsi nelle piazze di
Palermo e celebrare la ricorrenza nell’Aula Bunker della città.
Organizzata da Libera e da altre associazioni antimafia, la manifestazione si è svolta in modo virtuale nel web e nei social, ricordando i nomi delle vittime o pubblicando l’immagine di un fiore. Dopo aver detto che la lotta alle mafie ha subito una battuta d’arresto, Don Ciotti ha ricordato che “queste trovano sempre il modo di proliferare in tempi di catastrofi”. La giornata di ricordo è rinviata al 23 ottobre.
“Palermo era pronta per raccogliere e per accogliere al meglio migliaia di persone. Ma sarà pronta altrettanto a ottobre – a detto Luigi Ciotti in un videomessaggio -. Oggi siamo chiamati a far la nostra parte, adottando comportamenti responsabili, seguendo tutte le misure necessarie. Spero che questo virus sia al più presto contenuto e debellato ma… attenzione! Il ritorno a una vita sociale “normale” non faccia dimenticare gli altri virus che da lunghi decenni infestano il nostro Paese: parassiti a cui troppi hanno fatto l’abitudine sottovalutandone il danno: le mafie, la corruzione, le ingiustizie sociali, lo smantellamento dei diritti, una democrazia pallida, la distruzione ambientale. La speranza è che l’emergenza sanitaria ci apra gli occhi anche su questi virus e sulla mancanza di anticorpi etici che li hanno resi forti: indifferenza, egoismi, opportunismo, neutralità, rassegnazione, delega. E’ molto bello questo continuare a comunicare a distanza: i contatti attraverso il web, il cantare insieme dalle finestre e dai balconi, ma questo bisogno di colmare le distanze non ci faccia dimenticare le distanze che esistevano e continuano ad esserci. Parlo delle distanze sociali ed economiche”.
Antonella Gilpi