«Un cantiere aperto, un’assemblea, un luogo di incroci dove la pluralità è di casa e si lavora di squadra”: il direttore Mario Martone utilizza queste parole per presentare la prossima stagione dello Stabile, che “di lingue teatrali continua a parlarne tante, in totale coerenza con la sua lunga storia. Qui nella direzione – ha proseguito Martone – si è optato per una dinamicità di stampo europeo, alternando stili e visioni diverse in un orizzonte costellato sempre e comunque di grandi artisti». Dal fondatore Nico Pepe cui è succeduto il novantenne Gianfranco De Bosio, presente in sala questa mattina al Gobetti, al compianto Luca Ronconi, che ha dato vita alla Scuola per attori dello Stabile, oggi diretta da Valter Malosti.
Davanti a una sala gremita e nel giorno del suo sessantesimo compleanno – proprio il 27 maggio del 1955 il consiglio comunale deliberò la fondazione del Piccolo Teatro della Città di Torino che due anni dopo assunse l’attuale denominazione – Martone e la presidente Evelina Crhistillin hanno illustrato il nuovo cartellone fatto di 13 nuove produzioni e trenta spettacoli ospiti a cui si aggiungono i 19 appuntamenti di Torinodanza.
Ad aprire la stagione, il 6 ottobre al Teatro Carignano, «Vita di Galileo» di Bertolt Brecht diretto e interpretato da Gabriele Lavia. Fra le produzioni “L’Avaro” con Jurij Ferrini; “Il testamento di Maria”, con Michela Cescon diretta da Marfo Tullio Giordana; Valter Malosti porterà in scena “L’Arialda”, Gabriele Vacis e Marco Paolini “Amleto a Gerusalemme. Palestinian kids want to see the sea”. A Torino arriveranno alcuni fra i più curiosi e acclamati spettacoli stranieri, come “Swan Lake Reloaded”, versione dinamica e inedita del “Lago dei cigni” del coreografo svedese Fredrik Rydaman. Gli spettacoli oltre che al Carignano, andranno in scena al Teatro Gobetti e alle Limone Fonderie Teatrali.
Riconosciuto quest’anno come Teatro Nazionale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, lo Stabile “con i suoi 18 mila abbonati, i conti in ordine e una attività culturale sempre maggiore” è per il sindaco Fassino “un modello di efficienza per tutto il Paese”, mentre la presidente Crhistillin spiega come si sia potuto raggiungere l’obiettivo “grazie alla consistenza dei fatti: 310 recite prodotte, 256 ospitate, 264mila biglietti venduti in sede e in tournée nel 2014, 50% di autofinanziamento, 20 premi della critica negli ultimi anni, esportazione di spettacoli in Germania, Francia, Svizzera, Romania, Usa e Cina, mille e 200 ore di lezione impartite ogni anno dalla Scuola per Attori; infine 200mila documenti della nostra storia, custoditi nel più importante Centro Studi italiano dedicati al teatro, digitalizzati e consultabili online”.
Traguardi che insieme all’indiscussa spinta innovativa dello Stabile sono stati riconosciuti e sanciti da un sigillo che pochi altri teatri possono vantare: l’emissione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di un francobollo dedicato nell’esclusiva serie tematica “il Patrimonio Artistico e Culturale italiano con riprodotta l’immagine del Teatro Carignano, i cui sontuosi interni riconsegnati allo splendore originario dal recente restauro e fotografati da Bruna Biamino, rappresentano nell’immaginario collettivo il cuore della vita culturale di Torino.