di Mariella Continisio
Duemila e quattrocento ragazze e ragazzi hanno potuto migliorare la loro preparazione scolastica grazie al progetto Scuola dei Compiti, supportati da studenti dell’Università e del Politecnico vicini per età ed esperienze agli allievi e con la presenza di insegnanti in pensione che hanno il ruolo di supervisori. L’iniziativa propone laboratori di tutoring in piccoli gruppi (5/6 ragazzi) e l’utilizzo della didattica digitale, in particolare della piattaforma Moodle 2.7 integrata con la suite maple. Si tratta di un sistema che consente ai ragazzi di avere un aiuto a distanza e in tempo reale per l’insegnamento della matematica dell’inglese e del latino, di valutare automaticamente il loro apprendimento e di esercitarsi a casa integrando le lezioni svolte a scuola. “E’ uno strumento importante – ha spiegato Beatrice, tutor di latino – perché la piattaforma propone strumenti che i ragazzi conoscono bene come le chat oppure quiz a risposta multipla. In questo modo i ragazzi si avvicinano più facilmente all’apprendimento della materia”.
L’iniziativa – presentata questa mattina dall’assessora Mariagrazia Pellerino – è una delle azioni del Piano di interventi per il successo formativo e il contrasto alla dispersione scolastica promosso dall’Assessorato alle Politiche educative della Città. A raccontare il successo di Scuola dei Compiti e le novità del prossimo anno c’erano anche Fabio Manca, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo e Marina Marchisio, Responsabile scientifico di “Scuola dei Compiti” dell’Università di Torino.
Nell’anno scolastico 2014/15 che si sta chiudendo, sono state coinvolte la metà delle classi terze di 21 scuole medie e 10 istituti superiori che sono stati assistiti da 211 tutor e 42 tutor senior. Sono stati realizzati 211 corsi, in particolare 105 di matematica, 41 di italiano, 42 di inglese, 11 di francese, 8 di fisica, 2 di chimica e 2 di latino. E’ aumentato a 30 anche il numero delle scuole dove si sono svolti i corsi di lingua italiana per i ragazzi figli di migranti di recente arrivo (L2), sempre con l’utilizzo della didattica digitale. In totale 56 corsi intesivi di 60 e 40 ore rivolti a 400 allieve e allievi delle scuole elementari e medie provenienti, soprattutto, da Cina, Marocco, Egitto, Costa d’Avorio, Filippine e Perù.
Il direttore del Miur, dopo aver spiegato che il progetto si “inquadra nel profilo previsto dalla riforma della scuola ossia nelle azioni di recupero per gli studenti in difficoltà” ha sottolineato che “si tratta di un modello che può essere replicato in tutta la regione oltre che costituire un prototipo a livello nazionale”.
Un vero successo per Scuola dei Compiti tanto che molti insegnanti – presenti all’incontro – hanno proposto un’edizione estiva, soprattutto negli istituti superiori.
“Scuola dei Compiti – ha sottolineato Pellerino – è diventata, oramai, un’azione riconosciuta per il successo scolastico degli studenti torinesi: quest’anno abbiamo tenuto corsi a 2.400 allievi, impiegando oltre 200 studenti universitari come tutor. Anche le riviste scientifiche sulla didattica innovativa studiano il caso Scuola dei Compiti”. Si tratta del periodico Form@re, che ha pubblicato un articolo di Marina Marchisio e Alice Barana sul progetto. Marchisio ha spiegato che “l’iniziativa della Città di Torino è molto interessante per l’Università perché offre la possibilità di sperimentare metodologie innovative, poco conosciute in Paesi come il Canada o gli Stati Uniti, che da sempre destinano risorse sostanziose per la scuola”.
Il prossimo anno scolastico Scuola dei Compiti aumenterà il numero degli istituti scolastici che offriranno gratuitamente un aiuto agli allievi in difficoltà. Inoltre, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, in collaborazione con l’Università di Torino, proporrà un percorso di formazione ai docenti di matematica e latino delle scuole che hanno attivato azioni di tutorato con una didattica innovativa che sfrutta le potenzialità del digitale: accanto all’acquisizione di nuove metodologie, si propone la sperimentazione di attività didattiche con supervisione di tutor. Quindici ore di formazione in presenza, tutorato a distanza a cadenza settimanale per la sperimentazione di attività didattiche innovative in classe, community virtuale tra docenti per condividere materiale didattico. “Questa iniziativa, in particolare, è sviluppata con l’Università di Torino ed è tesa ad innovare il modo di fare scuola soprattutto in discipline come la matematica e il latino, su cui i nostri ragazzi incontrano maggiori difficoltà anche a fronte di metodologie spesso troppo frontali che non raggiungono la motivazione di tutti gli studenti” ha sottolineato Poggi presentando la proposta della Fondazione per la Scuola. Il percorso coinvolgerà 50 docenti e almeno 1000 studenti.