di Lucia Centonze in collaborazione con la redazione di TorinoClick
Un progetto internazionale di residenze di formazione, ecco cos’è RESÓ. L’obiettivo principale è creare una rete permanente di sedi, un riferimento per la mobilità degli artisti che arricchisca il territorio ospitante e, al tempo stesso, i partecipanti in termini di formazione.
RESÓ, sostenuto dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, prevede il coinvolgimento di sei artisti, tre stranieri e tre piemontesi, selezionati dalle istituzioni, da una commissione di responsabili e da un membro dell’Accademia Albertina. I prescelti possono usufruire di sei settimane di residenza e di un programma di incontri, workshop e laboratori. Inoltre hanno l’opportunità di esibire un’opera site-specific.
Dal 5 all’8 novembre, nell’ambito della mostra Inclinazioni di Artissima a Torino, sarà presentato Caucacola: lavoro ideato da Giorgio Cugno nel 2014 nel corso della residenza RESÒ presso lugar a dudas, a Cali in Colombia. Attraverso una cinematic installation e una scultura, l’artista, diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, riflette sullo sfruttamento delle risorse idriche del Rio Cauca in Colombia da parte della Coca-Cola. L’intento è di sollevare interrogativi, attraverso una narrazione circolare e opaca, su temi ricorrenti nell’attuale ricerca di Cugno, ovvero lo sfruttamento di materie prime, la relazione tra i cambiamenti dell’ambiente e l’azione dell’uomo, l’equilibrio tra lavoro e mercato. Il tutto in un clima surreale.
“A Cali c’è la più grande fabbrica di Coca-Cola dell’America centro-meridionale. L’industria – ci racconta Giorgio Cugno – non paga i diritti alla città, sfrutta gli operai e utilizza le acque non proprio cristalline del fiume (nel quale i narcotrafficanti gettano addirittura i cadaveri) per produrre la nota bibita gassata”. E continua: “Il brand mi permette di trattare tematiche importanti. Per realizzare il progetto ho prima intervistato i lavoratori della fabbrica della Coca-Cola, per capirne le problematiche e cercare di entrare nelle loro vite, poi ho definito un mondo narrativo di finzione attraverso i loro luoghi: l’intento è di descrivere ciò che fanno gli uomini sul territorio, però attraverso i posti, dare possibilità allo spazio di riacquisire la propria importanza narrativa”.
L’opera esposta ad Artissima è composta da un filmato che segue il flusso del Rio Cauca e da una Coca-Cola proveniente proprio dalla fabbrica di Cali, che però è stata “contraffatta” dall’artista: “Ho scritto Cauca-Cola sulla lattina con un pennarello e ho realizzato un’inclusione acrilica per fermare questo gesto nel tempo. In questo modo l’oggetto racconta il territorio con i suoi luoghi comuni e le sue ingiustizie e assume un potere metaforico. Trovo stimolante lavorare sugli stereotipi della globalizzazione, che a me interessa scardinare dall’interno per aprire un dialogo su temi legati alla nostra contemporaneità”.
Per quanto riguarda la sua partecipazione ad Artissima, Giorgio Cugno afferma: “Penso che sia un’occasione di confronto col pubblico e con le istituzioni partecipanti. Per questo ringrazio Stefano Collicelli Cagol per il lavoro svolto e per le possibilità che ci ha offerto”.
Cugno è, in generale, molto legato a Torino: “Sono nato qui ed è un luogo in cui sto bene perché concede la possibilità di avere una dimensione molto intima e di avere un ottimo confronto tra le nuove generazioni di artisti”.