di Luisa Cicero
Aprirà al pubblico domani, alla Venaria Reale, la mostra “Raffaello. Il Sole delle Arti”, a cura di Gabriele Barucca e Sylvia Ferino insieme a un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.
Si potranno ammirare – in esposizione fino al 24 gennaio 2016 – un nucleo di celebri capolavori. Cominciando dagli anni della formazione, documentati da una selezione di opere-guida realizzate da figure fondamentali come il Padre Giovanni Santi, il Perugino, il Pinturicchio e Luca Signorelli, il percorso espositivo, che allestito nelle Sale delle Arti con i prestiti delle più importanti istituzioni museali e straniere, racconta l’Urbinate adottando punti di vista inconsueti.
La rassegna prende spunto dal restauro, a Venaria, dell’arazzo, ‘La pesca miracolosa’. Il lavoro, realizzato a Bruxelles intorno al 1520, è una invenzione dai cartoni disegnati da Raffaello per gli affreschi della Cappella Sistina, oggi parte del Tesoro della Santa Casa di Loreto. Di qui l’idea di mettere a confronto i cinque arazzi reperibili con lo stesso soggetto, uno dei quali prestato dal Palazzo Reale di Madrid.
Da questo nucleo, che nel percorso di visita è riservato al colpo di teatro finale, l’intuizione dell’operazione: far vedere Raffaello anche nella veste nuova di artista che seppe influenzare le arti applicate a lui contemporanee o posteriori. Lo dimostra l’ampio spazio riservato a illustrare il suo impegno nelle arti applicate attraverso la traduzione di suoi cartoni o disegni, o incisioni su arazzi, maioliche, monete, smalti, cristalli, vetri, armature e intagli, tutti veicoli fondamentali nella diffusione e nella conoscenza delle creazioni figurative di Raffaello nelle corti di Italia e d’Europa. Affidarsi alle riproduzioni prova come il gigante della pittura, oltre ad amare le arti minori, fosse abile anche nel curare la propria immagine.
Grazie al suo spirito “imprenditoriale” infatti Raffaello venne copiato e riprodotto nei lavori di molti altri pittori raggiungendo il successo che ancora gli attribuiamo.
Di Raffaello sono in mostra nove opere, tutte di prima grandezza. Incluso un Angelo giovanile, che arriverà solo dopo la chiusura dell’Expo di Milano per decisione della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, che ne è proprietaria.