di Luisa Cicero
Palazzo Madama, il Museo Civico della città, ha un nuovo direttore.
Il successore di Enrica Pagella (chiamata dal Ministero per ricoprire il ruolo di responsabile artistico del Polo Reale torinese) è Guido Curto, nominato martedì 8 marzo dal Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei.Curto – titolare della cattedra di Stile, Storia dell’Arte e del Costume presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino dal 1999, coordinatore della Pinacoteca annessa all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino dal 2012 della quale cura dal 2005 la programmazione di mostre temporanee, promuovendo iniziative di valorizzazione e formazione, quali la Scuola di Pittura in Pinacoteca e docente incaricato di Teoria e Pratiche della Valorizzazione dei Beni Culturali nell’ambito del Biennio Specialistico del Corso di Valorizzazione e Promozione del patrimonio artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Torino – è stato selezionato fra diversi curricula pervenuti in risposta alla call lanciata dalla Fondazione Torino Musei a novembre 2015.
Tra le biografie dei professionisti arrivate e valutate da una Commissione di alto livello scientifico composta dal Prof. Guido Guerzoni, docente Università Bocconi, esperto in economia e management dell’arte e della cultura; Professore Daniele Jalla, museologo, Presidente di ICOM – Italia, già Dirigente dei Musei Civici della Città di Torino; Professore Antonio Natali, storico dell’arte, già Direttore della Galleria degli Uffizi, quella di Curto è stata indicata come la più idonea al ruolo.
Direttore come sarà il suo Museo Civico d’Arte Antica?
Premesso che devo ancora incontrare la Presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, con la quale oltre a un rapporto di amicizia ora ne avrò uno anche gerarchico – sottolinea sorridendo – e prendere accordi con lei, però – continua Curto – posso dire che nella mia lettera di intenti scritta per la call ho definito Palazzo Madama il Museo della Città. Si trova infatti al centro della Torino contemporanea ma anche di quella storica, e racconta nella sua stessa struttura la Torino romana, la Torino medievale, la Torino barocca, la Torino capitale d’Italia. Tutto questo il museo lo racconta già adesso. Ho la fortuna di inserirmi sulla scia di un’ottima direttrice, Enrica Pagella, e su quella della Presidente Patrizia Asproni per continuare un progetto già avviato. Non posso quindi negare che il mio è già un percorso in discesa.
Con quale termine definirebbe in sintesi il suo progetto?
Vorrei che il museo diventasse l’orgoglio della città. Con questo termine mi piacerebbe definire il mio progetto. L’orgoglio di una Torino sempre più accogliente, aperta agli altri e multiculturale.
Lei è professore, dunque abituato a lavorare con i ragazzi. Pensa di sapere esattamente cosa vogliono loro da un museo?
Credo proprio di sì. Spesso i musei appaiono strutture statiche, un po’ obsolete, tediose e noiose. Questi spazi devono diventare più piacevoli ed emozionanti. I giovani hanno delle qualità straordinarie ma allo stesso tempo sono molto critici. In un museo non vogliono sentire il silenzio, le stanze ovattate. Tutt’altro. Desiderano incontrare delle persone che raccontano, ascoltare la musica, i suoni, vivere l’incontro fra le arti… in sintesi entrare in un laboratorio. Sono consapevole che questa parola è molto usata ma è indubbiamente la più adatta. Dobbiamo coinvolgere i ragazzi e renderli più consapevoli anche facendoli lavorare insieme a noi con forme di collaborazione come ad esempio con gli stage previsti oggi dal Ministero.
E il resto del pubblico? La mia attenzione sarà rivolta ai visitatori di ogni età. Non mi dimentico di tutte quelle persone che trovano nel museo un momento di crescita personale ma anche di piacevole svago.
Un museo della città, di cui andare orgogliosi e dove si incontrano le diverse arti dunque?
Esatto. Infine, confermo la scelta della Presidente Asproni a voler ospitare nel Museo civico di arte antica anche mostre d’arte contemporanea, di fotografia e delle più diverse forme di arte in dialogo fra loro.