di Gianni Ferrero
La prosa asciutta di Lessico Famigliare, il capolavoro di Natalia Levi Ginzburg, è più volte riecheggiata questa mattina nell’aula magna del Regina Margherita, suscitando anche ilarità e commozione. Qui il figlio Carlo Ginzburg, il sindaco Fassino e la vicepresidente del Consiglio comunale, Marta Levi insieme al presidente della Circoscrizione Mario Cornelio Levi, hanno ricordato con rimpianto la scrittrice, straordinaria figura di letterata del Novecento, di fronte agli studenti di tre classi del liceo sociopedagogico di San Salvario. L’ occasione, a ventitré anni di distanza dalla scomparsa, è stata l’ intitolazione in sua memoria dell’aiuola in via Oddino Morgari angolo via Belfiore e lo scoprimento della targa a pochi passi, sulla facciata della casa al civico 11 di via Morgari, dove la scrittrice di famiglia ebrea, che era nata a Palermo nel 1916, trascorse l’infanzia, per la precisione nell’appartamento dell’ultimo piano e, poi alcuni anni del dopoguerra, prima di trasferirsi nella Capitale. Quella tratteggiata stamattina è la biografia di una vita trascorsa tra le difficoltà del confino e delle persecuzioni razziali, con la perdita del primo marito Leone Ginzburg nel febbraio del 1944 nelle carceri romane di Regina Coeli.
Autrice fedele della Einaudi, nei suoi scritti si ritrovano personaggi colti nella loro vita quotidiana “vicini a noi nei gesti e nelle parole, anche se spesso intravediamo sullo sfondo vicende storiche complesse e drammatiche”, è stato sottolineato. Il figlio Carlo non ha esitato a citare brani tratti dai libri della mamma dedicati a Torino, città che prima del confino del marito Leone a Pizzoli, in Abruzzo, immaginava noiosa, passeggiando lungo i corsi rettilinei della città digradanti verso il Po, descrivendoli come una sorta di Prospettiva Nevskij di San Pietroburgo. E poi ha indugiato su passi successivi, contenuti in altri volumi che di Torino parlavano di nostalgia. Nel 1983 Natalia Ginzburg venne eletta al Parlamento nelle liste della Sinistra Indipendente e rieletta nel 1987; Il suo impegno politico è stato costantemente teso in difesa dei diritti dei minori e contro il razzismo, a favore della pace fra israeliani e palestinesi. Tra le numerose opere sono da ricordare “Valentino” che vinse il Premio Viareggio nel 1957, “Le piccole virtù”, il citato “Lessico famigliare” che vinse il Premio Strega nel 1963, a cui seguirono “Mai devi domandarmi”, “Caro Michele”, “La famiglia Manzoni”, “Serena Cruz o la vera giustizia”. Tratteggiare la straordinaria figura di Natalia, è ripercorrerne la vita: “Oggi – ha sottollineato il sindaco Fassino – rendiamo dunque omaggio a una figura straordinaria di intellettuale, scrittrice, parlamentare che Torino ha avuto la fortuna di annoverare tra i suoi cittadini e che i torinesi hanno molto amato, leggendo il suoi libri, apprezzando la sua prosa e la sua dedizione nei confronti delle classi più deboli e, in generale, dell’infanzia”. L’8 ottobre dello scorso anno l’Amministrazione comunale aveva dedicato a Natalia Ginzburg la Biblioteca Civica di via Lombroso 16. Fassino ha raccontato di come negli anni travagliati della crisi della casa editrice Einaudi Natalia vivesse un dramma personale avvertendo il pericolo della chiusura della Casa dello Struzzo “come una mutilazione, una perdita irrinunciabile della cultura italiana”. Cosa che fortunatamente non si avverò. “Fare memoria è doveroso, per tramandare l’esempio di persone che ci hanno preceduto, affrontando con sacrificio, generosità e spirito di servizio il Novecento. Conoscere aiuta a comprendere che ognuno di noi ha dietro di sé l’accumulazione di esperienze passate. Questa mattina perpetuiamo il ricordo di una donna che ha dato moltissimo alla storia culturale italiana”.