di Luisa Cicero
I numeri non mentono mai. ‘Monet. Dalle collezioni del Musée d’Orsay’ ha battuto i record di visitatori in Italia. La mostra allestita alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Torino – più di quaranta capolavori provenienti dal Musée d’Orsay – ha superato, dopo 66 giorni di apertura al pubblico, i 152mila visitatori, con una media di 2mila e 400 al giorno. Un successo che evidenza i picchi massimi durante il fine settimana, quando alla Gam vengono staccati circa 3mila biglietti giornalieri.
L’esposizione – che durante la quattro giorni del ponte dell’Immacolata è stata ammirata da oltre 13mila persone – è nata dalla partnership con il Musée d’Orsay di Parigi, e rientra perfettamente nelle strategie e logiche della Fondazione Torino Musei, sempre più improntate alla collaborazione tra enti museali e sistemi di art sharing. Dunque, realizzazione di mostre autoprodotte con altri enti museali e condivisione di opere. Per un’economia della cultura volta a fare sistema e impostare politiche culturali legate alla valorizzazione del grande patrimonio dei nostri musei cittadini.
Abbiamo fatto due domande alla Presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni:
Come siete arrivati a questo ottimo risultato?
Non dimentichiamo che Monet è un grande artista, uno degli impressionisti più affascinanti che richiama folle di pubblico. Quindi innanzitutto è stato importante il titolo dell’esposizione. In secondo luogo, bisogna sottolineare che la mostra è bellissima, scientifica, seria ma allo stesso tempo con un glamour dato da un allestimento molto fascinoso in cui il pubblico si trova decisamente a suo agio. Il terzo elemento fondamentale è Torino. Questa è una città riconosciuta per avere un’offerta qualitativamente elevata in cui tutti trovano occasioni di grande cultura.
Quanto sono importanti gli strumenti multimediali per la promozione di mostre come questa?
Monet è una mostra molto social. Abbiamo tantissimi contatti e riscontri soprattutto sui social network come facebook, twitter, ma anche sui nuovi media, flickr, instagram, vine e altri. Dal punto di vista social dunque è una mostra cliccatissima. È inoltre quella che ha avuto una maggiore prenotazione via internet: ha superato del 50% Renoir (ottobre 2013-febbraio 2014). Infine è stato vincente l’aver introdotto il mobile ticketing con QRcode su smartphone per velocizzare le code e rendere un servizio migliore all’utenza, novità molto apprezzata anche attraverso le opinioni scritte sul libro dei visitatori.
Il successo della mostra di Monet alla GAM (il museo ha raggiunto 350mila presenze da inizio anno) conferma i risultati ottenuti anche dagli altri spazi espositivi della Fondazione Torino Musei: il MAO, grazie al nuovo spazio dedicato alle mostre temporanee e un ricco calendario di attività, ha superato quota 100mila visitatori, diventando il primo Museo d’Arte Orientale in Italia. Il Borgo Medievale, meta torinese da sempre amata da cittadini e turisti, è stato visitato da 100mila persone (Rocca/Giardino Medievale e le due mostre organizzate nel 2015). Palazzo Madama, il museo che meglio racconta la storia e identità cittadina, conferma il suo posizionamento con circa 200mila visitatori.