di Luisa Cicero
“Io posso pensare a una scultura come a un’ombra; mi piace l’idea che una scultura possa fare un’ombra su un luogo incredibile: mare, su qualcosa che invece di solito le sculture classiche non riescono ad arrivare; oppure una cosa che mi piaceva, anche in questo senso questa scultura e vedi anche il cielo”.
La riflessione di Enzo Cucchi sulla scultura ci proietta nella mostra ‘Madama Cucchi‘ che da domani, 5 novembre, e fino al 1° febbraio 2016, è ospitata nella Veranda juvarriana di Palazzo Madama.
Dopo la mostra a Rivoli nel 1993, è infatti l’architettura di Filippo Juvarra con le sue alte vetrate trasparenti e il soffitto settecentesco a diventare il palcoscenico delle creazioni di Cucchi. L’intervento del grande artista contemporaneo, tre opere pittoriche e una scultura, testimonia la ricerca del dialogo tra antico e contemporaneo che da sempre contraddistingue il lavoro dell’artista.
Affacciata sulla piazza e sullo Scalone, la Veranda, antica “Camera degli Specchi” di Madama Reale, accoglie tre dipinti raffiguranti un volto. Per ognuno, un titolo che rivela il legame profondo di Cucchi con la poesia, ed è parte esso stesso dell’opera. Per ora… basta: una preghiera, un’invocazione affidata al viso e alla forza delle mani intrecciate del pleurant; Sì… siamo in Italia: un Giano bifronte (o una Trinità scesa dagli antichi affreschi medievali) che osserva il visitatore e al tempo stesso ne distoglie lo sguardo lasciando in eredità una valle di lacrime. Testa dura: profilo di derivazione giottesca, puro volume come il freddo diamante.
Invece, Drone Dario è la scultura in legno di tiglio -il preferito dagli artisti del Rinascimento tedesco – pensata per essere sospesa al centro della sala, come l’uovo di Piero della Francesca, a simboleggiare la continuità dell’uomo con l’arte.
“Madama Cucchi, come l’opera d’arte di ogni tempo e di ogni museo, ci conduce dentro la sfera rimossa della relazione tra l’uomo e il mondo – afferma Enrica Pagella, direttore di Palazzo Madama, la illumina e la costruisce attraverso percorsi che fluttuano tra esperienza e memoria, tra sentire e agire, dove nulla è stabile e definitivo, «attimi, miracoli – dice Cucchi – una sola volta e nell’unico luogo dove avviene la trasformazione»”.
Il progetto Madama Cucchi è stato possibile grazie al sostegno di Emilio Mazzoli.