di Luisa Cicero
È la corte medievale di Palazzo Madama a ospitare l’importante mostra itinerante dedicata a Primo Levi.
La scelta non è casuale: all’interno di questo spazio, infatti, nel 1959 venne organizzato il primo congresso sulla deportazione di cui lo stesso Levi fu protagonista. Promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi in occasione del settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, la rassegna ‘I mondi di Primo Levi’, curata da Fabio Levi e Peppino Ortoleva, visibile fino al 6 aprile, racconta l’uomo a tuttotondo: la sua inesauribile curiosità per l’animo umano, il suo sguardo spesso ironico e la sua continua ricerca del dialogo, soprattutto, con i più giovani.
Lungo il percorso espositivo si potranno ammirare illustrazioni inedite, videoinstallazioni, oggetti d’epoca, sculture, audiovisivi e pannelli esplicativi, esperienze di realtà aumentata rendono il percorso particolarmente ricco e interessante, offrendo innumerevoli occasioni per ragionare sulla letteratura e sulla vita, tutti ingredienti fondamentali per un viaggio nel “talvolta ancora inesplorato continente Levi”, come ha sottolineato Ernesto Ferrero, presidente del Centro Studi.
“Il messaggio di questa mostra non è solo legato alla memoria storica ma anche all’attualità – ha sottolineato il Sindaco Piero Fassino stamattina durante la presentazione –. Il pensiero e l’opera di Levi rappresentano un riferimento culturale e un impegno morale a esercitare costantemente un’azione di contrasto verso ogni forma di violenza, intolleranza e sopruso, verso ogni ferita che possa lacerare la società . Ci sono parole di Levi – ha continuato il Sindaco –, che sono in qualche modo profetiche rispetto a quello che è violenza. Sappiamo – ha poi terminato – che questa aggressività può riprodursi ancora. La mostra attesta l’impegno della città a mettere in capo ogni azione di impedimento a ogni forma di brutalità. È anche questo il senso del Giorno della Memoria che si celebrerà il 27 gennaio.”
L’allestimento a Palazzo Madama mette in evidenza la poliedrica personalità di Levi. Oltre alla descrizione dei contributo straordinario che con i testi di Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati ha portato alla conoscenza del Lager, nella mostra si possono trovare numerose sue interviste spesso inedite, documentazioni sull’attività di chimico, illustrata con gli strumenti d’epoca concessi dal Museo dell’Università di Torino e alcune prove di scultore in filo di rame visibili per la prima volta al pubblico.
Di certo una persona complessa, multiforme dalla spiccata sensibilità. Eppure lui amava definirsi ‘un uomo normale e di buona memoria’.