di Gabriele Zola, Dams Università di Torino
La seconda giornata del Torino Jazz Festival si è aperta con l’incontro alla Ex Manifattura Tabacchi tra Ars Captiva e gli studenti delle scuole superiori.
In questo progetto didattico curato e condotto da Marco Basso il jazz (rappresentato dal gruppo Ars Captiva) e la musica d’autore (rappresentata da Luigi Antinucci) si sono fuse per dare vita ad un viaggio di metamorfosi musicale. Metamorfosi che è diventata poi anche visiva grazie alle opere di Luciano Gaglio. “L’importante è la volontà di arte” afferma Gaglio, una volontà che viene espressa nel patrimonio sia musicale che visivo.
Marco Basso, data anche la natura didattica dell’evento, ha prima spiegato da dove arrivavano e come venissero creati i vari strumenti. Poi ha invitato i ragazzi a salire sul palco per provare gli strumenti con le loro mani.
Un improvviso blackout ha infine costretto i musicisti ad una interruzione dallo sperimentalismo sonoro per tornare su quelle note e su quelle musicalità di un tempo, eseguite solo con l’armonia e la potenza reale degli strumenti, senza alcuna amplificazione (chitarra, tamburi, tromba e contrabbasso) mentre Marco Basso e Luciano Gaglio descrivevano le opere che facevano da sfondo all’evento.
I ragazzi in sala hanno risposto molto bene ai quesiti musicali posti dal gruppo, partecipando in maniera attiva e rispondendo positivamente alle interrogazione di una musica difficile e passionale come il jazz.