Come funziona la mensa? Cosa viene servito alle bambine e ai bambini nelle scuole?
Quale livello di qualità? Sono alcune delle domande emerse nel corso dei lavori del convegno “Aggiungi un posta a tavola: mangio in mensa anche io”, promosso dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte e della Valle d’Aosta, in collaborazione con la Città di Torino, che si concluderà questo pomeriggio alle 17.00.
Intento degli organizzatori è mettere a confronto gli approcci e le strategie dei diversi operatori per garantire la sicurezza dei pasti: medici, microbiologi, nutrizionisti, sociologi e tecnologi alimentari si confrontano con gli amministratori pubblici e i responsabili dei servizi, per affrontare le nuove sfide che l’alimentazione a scuola impone nella realtà di oggi.
Dai primi dati illustrati questa mattina è emerso che l’89% dei campioni provenienti dalle mense scolastiche di Torino e provincia, sottoposti ad analisi all’Istituto Zooprofilattico nell’anno scolastico 2016/17 sono stati giudicati soddisfacenti dal punto di vista igienico sanitario.
Da quattro anni l’Istituto Zooprofilattico effettua, in collaborazione con il Laboratorio Chimico della Camera di Commercio, controlli specifici sulle mense scolastiche della Città di Torino. Sono 40mila i pasti preparati ogni giorno per un complessivo di 7 milioni all’anno per prepara i nidi d’infanzia (56), le scuole materne (140), quelle primarie (109) e le medie inferiori (57), per un totale di 362 plessi scolastici. Nelle scuole elementari e secondarie di primo grado i pasti sono preparati nei centri di cottura e trasportati nei refettori, mentre per i più piccoli le cucine sono all’interno delle strutture.
“Un sistema di qualità – ha sottolineato Federica Patti, assessora all’Istruzione della Città di Torino, intervenendo questa mattina al convegno – implica non solo che sia garantita la sicurezza alimentare o la qualità nutrizionale, ambientale, organolettica, ma che sia assicurata la chiarezza delle informazioni, delle scelte e la trasparenza. Un sistema in cui vi siano efficaci strumenti di monitoraggio e di partecipazione, che rafforzino il rapporto di fiducia con le famiglie e consentano di ritrovare un senso comune del servizio di ristorazione scolastica”.
L’Istituto Zooprofilattico ogni anno effettua oltre 1500 analisi su centinaia di campioni: si studiano batteri indicatori di qualità igienica, si ricercano microrganismi in grado di produrre tossine e batteri capaci di causare intossicazioni, sia negli alimenti, sia negli ambienti di lavorazione e sulle superfici. “Si tratta di indagini aggiuntive ai consueti controlli sulla ristorazione collettiva effettuati dal servizio sanitario, al fine di garantire una maggior sicurezza e qualità dei pasto destinati ai bambini, la fascia di età che, insieme agli anziani, e la più fragile dal punto di vista della sicurezza alimentare” ha spiegato Maria Caramelli, direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico. “I bambini in età scolare consumano in mensa un pranzo su due durante l’anno: le istituzioni devono garantire elevati livelli nutrizionali, altri standard igienici, nonché rispondere alle esigenze nutritive particolari quali le allergie alimentari o le scelte etico-religiose”.
I risultati sono incoraggianti: il trend è di generale miglioramento rispetto all’anno passato e le condizioni generali igieniche sanitarie sono migliorate così come il livello di sicurezza.
“L’evento di oggi, che chiama a confronto le varie figure professionali coinvolte nella ristorazione collettiva scolastica, dai Servizi sanitari, alla Pubblica Amministrazione locale fino a sociologi e tecnologi alimentari, dimostra l’importanza delle sinergie tra i vari Enti per garantire elevati standard a un servizio importante come quello della ristorazione scolastica” ha spiegato Giorgio Gilli presidente del CdA dell’Istituto Zooprofilattico e professore di Igiene generale e applicata all’Università di Torino.
All’incontro ha partecipato anche il dirigente regionale dell’ Ufficio scolastico regionale, Fabrizio Manca.