di Raffaela Gentile
Accolta questa sera nella Sala delle Congregazioni del Municipio dal sindaco Fassino la Famija Turinèisa, che quest’anno festeggia i novant’anni. Fondata nel 1925 con l’intento di trasmettere alle nuove generazioni le tradizioni popolari torinesi riprendendo le antiche figure del Carnevale Piemontese, il sodalizio si adoperò affinchè Gianduja ne diventasse il simbolo.
Da allora, pochi giorni prima dell’entrata nel vivo del Carnevale, si svolge in Comune la solenne cerimonia di investitura del personaggio che riceve l’onore di incarnare Gianduja. Si tratta di un atto simbolico che sottolinea l’impegno dell’estroverso personaggio e gli affida il compito di promuovere le tradizioni popolari. A capo della delegazione c’era Daniela Piazza, presidente della Famija Turinèisa.
La popolare maschera di Gianduja – Aldo Rocchietti March – era accompagnata al braccio da Giacometta, al secolo Anna Capecci, elegante signora quarantenne di Mathi che affiancherà l’estemporaneo consorte in tutte le occasioni ufficiali; il suo vestito, così come quelle delle Giacomette, – studentesse al Liceo Coreutico Germana Erba –, con copricapo di pizzo e tessuti damascati, rappresenta l’abito delle fioraie piemontesi di fine ‘700 .
Una emoziata Anna Capecci ha spiegato di dedicare l’interpetazione di questo ruolo alla mamma, legatissima alla figura di Giacometta. La visita si è conclusa con un intermezzo musicale. Al violino la più giovane socia della Famija, Letizia Gullino, appena dieci anni, accompagnata al pianoforte dal maestro Diego Mingolla.