di Antonella Gilpi
La sigla FERT a molti ricorda gli stabilimenti cinematografici fondati a Torino negli anni venti da Enrico Fiori: lo studio Enrico Fiori Roma Torino (da qui l’acronimo FERT), dove sono stati realizzati circa 180 film e che fu il precursore di Cinecittà.
Ma questa sigla è anche il motto di Casa Savoia legato al supremo ordine cavalleresco fondato da Amedeo VI di Savoia nel 1364 e divenuto, sotto Carlo “il buono” (1486-1553), Ordine (religioso-militare) della SS.Annunziata.
Tra le numerose interpretazioni del motto troviamo “Fortitudo Ejus Rhodum”, la sua fortezza tenne Rodi, con allusione alla spedizione di Amedeo VI nell’isola greca. La sigla viene quindi messa in relazione con l’Ordine dell’Annunziata, dove sul collare d’argento dorato della compagnia appariva la scritta Fert.
“Fides est regni tutela” e “Fide est religione tenemur” sono interpretazioni tendenti a sottolineare i valori di riferimento: “La fede tutela del regno” la prima, “Siamo legati al patto e dalla religione” la seconda. Un’altra interpretazione vorrebbe far derivare Fert dal verbo latino “ferre” (portare) intendendo così le pene e le fatiche che il cavaliere sopporta per la sua amata.
Pare inoltre che il beato Sebastiano Valfrè avesse usato il motto per ammonire, come suo confessore, Vittorio Amedeo II di Savoia: “Femina est ruina tua”, la donna sarà la tua rovina, pensando alla relazione con la Marchesa di Spigno.
La Marchesa Anna Carlotta Teresa Canalis di Cumiana, vedova del conte Novarina, ebbe un ruolo significativo nei guai di Vittorio Amedeo II che tentò di revocare l’abdicazione a favore del figlio Carlo Emanuele III e di reinsediarsi sul trono; per questo venne arrestata e rinchiusa nel carcere delle prostitute di Ceva. Liberata dopo pochi mesi, la marchesa si ritirò in convento.
Oltre che sul collare della Santissima Annunziata troviamo la scritta Fert sulle monete in oro e in argento del regno sabaudo e la possiamo vedere sulla cancellata davanti a Palazzo Reale sotto i Dioscuri.