di Luisa Cicero
Dall’inizio degli anni Quaranta si inaugurano a Cuba oltre 400 cinematografi (un quarto dei quali all’Avana): i primi titoli a essere proposti, di origine europea, messicana e argentina, sono pubblicizzati con uno stile di evidente derivazione occidentale, frutto dell’influenza dei vicini Stati Uniti. In seguito alla rivoluzione castrista, datata 1 gennaio 1959, e alla costituzione dell’ICAIC (Instituto Cubano de Arte e Industria Cinematograficos), istituito il 24 marzo 1959, i grafici iniziano a interpretare con un nuovo stile i lungometraggi e documentari che giungono da ogni parte del globo.
Il Museo del Cinema ospita da oggi fino al 29 agosto i manifesti, bozzetti ed esecutivi provenienti dalla Collezione Bardellotto. La mostra, Hecho en Cuba. Il cinema nella grafica cubana, organizzata dal Museo in collaborazione con il Centro Studi Cartel Cubano – con oltre 220 opere originali della miglior cartellonistica cubana, alcune mai viste in Europa – racconta il rapporto indissolubile tra l’isola caraibica e la produzione mondiale di film. L’autonomia formale di cui godono i grafici cubani, unita a una capacità di sintesi espressiva unica, consentiranno loro di formare un originale movimento di veri e propri artisti dediti alla propaganda cinematografica. ‘Hecho en Cuba’, ‘fatto a Cuba’, diventa sinonimo di creatività e abilità, e i carteles de cinene costituiscono la testimonianza più valida ed efficace.
La mostra è a cura di Luigino Bardellotto e dalla sua collezione proviene la quasi totalità dei pezzi, in buona parte unici, soprattutto bozzetti e layout, raccolti durante i numerosi viaggi a Cuba a partire dal 1998. Innamoratosi dell’isola e della sua cultura, compra casualmente il suo primo manifesto come souvenir da portarsi a casa. Incuriosito da questa grafica, incomincia a documentarsi e prendere coscienza di quello che sta dietro la realizzazione dei carteles de cine. Entra in contatto con questi artisti, vive con loro, entra nel loro mondo diventando un camajan – che nell’idioma locale indica uno straniero ben introdotto e rispettato dalla popolazione cubana – e riceve direttamente da loro molti dei materiali della sua collezione.
La mostra, organizzata per aree tematiche, ripercorre tutti i passaggi che hanno portato la grafica cubana dalla rivoluzione fino ai nostri giorni. L’unicità di queste opere è resa ancora più preziosa ed eccezionale dal fatto che mai nella storia della grafica sono esistiti contemporaneamente tanti talenti creativi in condizioni lavorative non facili e con risorse produttive molto limitate.
L’Aeroporto della Città di Torino propone una preview di 20 immagini fotografiche nella hall arrivi, visibile dai passeggeri e da tutti coloro che vengono ad attenderli. La presenza del museo presso l’aeroporto è completata da schermi interattivi – presenti al livello arrivi che nella hall partenze – attraverso i quali è possibile accedere ad alcuni contenti delle collezioni del Museo Nazionale del Cinema e conoscere tutti gli appuntamenti in programma.
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