di Helena Falabino stedentessa Dams, in collaborazione con la Redazione di Torino Click
Gli Hot Club, giovane ensemble torinese di jazz manouche, hanno animato ieri sera le stanze del magnifico Palazzo Saluzzo Paesana, nel centro di Torino, per un concerto intimo e vivacissimo. Non solo questo palazzo settecentesco ha fatto da cornice al concerto, ma al momento ospita anche la retrospettiva del pittore e scultore torinese Mario Giansone, che nelle sue opere ha reso omaggio proprio alla musica jazz.
I giovani musicisti hanno intrattenuto gli ascoltatori con un repertorio classico e tipico del jazz manouche, citando spesso Django Reinhardt, colui che per primo introdusse sulla scena questo genere musicale. Non solo tradizione ma anche citazioni musicali coraggiose, tra le quali Hendrix e i Red Hot Chili Peppers, hanno fatto capire quanto questi ragazzi conoscano il genere che suonano e quanto amino la sperimentazione: divertentissima è stata infatti la rivisitazione di Buonasera Signorina di Fred Buscaglione, ulteriore tributo ad un personaggio della cultura torinese, cantata dalla bravissima Valentina Nicolotti.
Il concerto è stato inoltre un’occasione per sapere qualcosa in più sul genere del jazz manouche, grazie ad alcuni brevi spunti forniti fra un pezzo e l’altro da Dario Berlucchi, chitarrista gipsy della band. Una magnifica commistione tra arti visive, musica e architettura, che ha valorizzato i protagonisti del patrimonio culturale torinese fra ieri e oggi, altra conferma del fatto che il Torino Jazz Festival sia proprio un’occasione di riscoperta culturale della città e di apertura verso il mondo, in un continuo scambio di suggestioni fra tradizione e sperimentazione, fra il territorio e le culture con cui viene a contatto.