di Mariella Continisio
E’ stato un successo di pubblico il Festival dell’Educazione, promosso dalla Città di Torino e patrocinato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca e con il sostegno di Compagnia di San Paolo e Reale Mutua Real Group, che si è concluso domenica 27 novembre, al termine un fine settimana dedicato tutto alle famiglie. Mamme e papà, insieme ai loro figli, hanno avuto l’opportunità, in 50 diversi appuntamenti, di conoscere e visitare i servizi educativi (scuole dell’infanzia e Centri di Cultura per l’infanzia e l’adolescenza di ITER) e le scuole, di partecipare alle attività proposte nei laboratori dei principali musei e nelle istituzioni culturali della città, come ad esempio il Centro Italiano per la Fotografia, il Parco Arte Vivente o la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.
La riuscita della manifestazione, giunta alla seconda edizione e centrata sul tema del “Cambiamento e la costruzione della conoscenza” lo raccontano i numeri: 4mila partecipanti, il 35% dei quali è arrivato da altre regioni, 380 relatori nazionali e internazionali, 45 workshop, 34 seminari e 17 tavole rotonde.
“Il Festival è partito lo scorso anno – ha dichiarato Federica Patti, assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica al termine della seconda e ultima sessione plenaria – quest’anno è decollato e nei nostri programmi diventerà biennale. E per essere sempre più vicini e in ascolto delle esigente dei cittadini sul sito web della Città sarà aperta una finestra per raccogliere suggerimenti e proposte che saranno utili per la futura progettazione del Festival”.
Il tema del cambiamento è stato analizzato e affrontato sotto molteplici aspetti come le nuove frontiere delle neuro scienze, l’outdoor education per dare una risposta ai bisogni di corpo, movimento e gioco che rappresentano un aspetto determinante nello sviluppo psico-fisico delle bambine e dei bambini; l’educazione alla consapevolezza di genere, le famiglie “plurali” con una riflessione sugli stili educativi e i modelli relazionali in trasformazione. E poi le tematiche del contrasto alla povertà educativa, del fenomeno dell’adultizzazione e dei “Corpi bambini” per porre all’attenzione sull’urgenza di trovare risposte ad alcune questioni importanti: quali sono i desideri delle bambine e dei bambini, gli spazi che il nostro tempo offre alla loro rappresentazione della realtà e le relazioni che nascono tra gli allievi nelle classi multiculturali delle nostre scuole.
Nei vari appuntamenti è stato possibile conoscere le nuove didattiche innovative attraverso il confronto tra quelle europee di arte teatrale a scuola, il dibattito sulle nuove tecnologie per il gioco e lo studio in ospedale con la presentazione, tra le altre esperienze, del progetto Playhospital curato dalla Città di Torino, che, da molti anni, vanta una proficua collaborazione con diversi reparti dell’ospedale infantile Regina Margherita e del progetto sperimentale (Più) inclusivo promosso dalla Fondazione Giovanni Agnelli, in collaborazione con il reparto di oncoematologia dell’ospedale infantile, l’Ufficio scolastico regionale e l’unità di scuola ospedaliera.
Rispetto alle pratiche educative Torino è tra le città fondatrici della rete internazionale delle città educative e come tale pone in evidenza la trasversalità della dimensione educativa a molti campi di azione politica urbana (ambiente, cultura, mobilità, salute) e la responsabilità della città verso la formazione, la promozione e lo sviluppo delle persone. “Torino è riconosciuta in Europa come città capofila dell’educazion – spiega Patti – e il nostro obiettivo è rinvigorire i settori educativi della città, partendo dalla valorizzazione di chi lavora in questo settore”.