Perchè con un occhio guardi il mondo, con l’altro guardi dentro di te… (Amedeo Modigliani)
Non solo Modì nella strepitosa “Modigliani e la Bohème di Parigi” alla Gam fino al 19 luglio 2015. Una mostra da non perdere per chi ha voglia di ammirare oltre alle opere dell’artista maledetto anche i lavori di Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Survage, Picasso alcuni dei quali provenienti dal Centre Pompidou e da importanti collezioni pubbliche e private.
Abbimo intervistato il curatore, Jean‐Michel Bouhours, uno dei massimi studiosi di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi.
Una mostra costruita su più sezioni di cui Modigliani è il fulcro. Ci spieghi meglio.
È suddivisa in cinque sezioni di cui la prima è dedicata principalmente a Modigliani. Si parte dalle tele del primo periodo, e ai disegni, per arrivare a quelle realizzate nel corso di tutta la sua carriera. La seconda parte è destinata alla scultura, al periodo in cui l’artista si è dedicato a quest’espressione d’arte che ha poi dovuto abbandonare per la sua salute cagionevole, era affetto di tubercolosi. Erano 1908 e 1909, gli anni del confronto con il collega Costantin Brancusi.
Chi è il Modigliani presentato alla Gam?
Modigliani è una grande figura dell’arte moderna. E nonostante la sua breve vita, è morto in giovane età nel 1920 a 36 anni, la sua immagine è diventata mitica nei movimenti dell’arte moderna. La mostra accoglie novanta opere di cui un terzo di Modì concentrandosi principalmente su due assi: uno quello delle amicizie forti che hanno influenzato la sua carriera; l’altro il contesto artistico che ha contribuito alla sua opera insieme al contorno dell’Ècole de Paris. Va detto che siamo all’inizio del Novecento, il periodo prima e dopo della Seconda Guerra Mondiale. Un intervallo di tempo ricco di movimenti artistici. Molti creativi hanno deciso di trasferirsi a Parigi, luogo mitico, d’azione, dove si sono sviluppate correnti come l’Impressionismo e il Simbolismo.
Classico e moderno in un unico artista, è possibile?
La cultura classica apparteneva a Modigliani. Lui, che proveniva dall’insegnamento dei macchiaioli, cementò questi studi sia attraverso l’educazione familiare, sia nei viaggi intrapresi verso Roma, Napoli, Firenze, Venezia. Imbevuto di cultura classica si è poi portato nel contesto della modernità parigina e ha effettuato una vera e propria sintesi tra i due movimenti. Senza aderire totalmente né a l’uno né all’altro e senza permearsi completamente del cubismo.
…tornando alle sculture, ricordano molto le maschere africane. Hanno avuto una forte influenza anche per lui?
Nella scultura è chiara l’influenza del primitivismo. Modigliani, come altri artisti del periodo, si sono interessati all’arte primitiva. Si è avvicinato alle arti africane che poté vedere al museo del Trocadéro rimanendone molto influenzato.
Ci indichi un’opera particolare visibile in mostra.
C’è una scultura interessante e curiosa proprio fra quelle esposte. È ‘Princesse X’ di Brancusi che all’epoca diede allo scandalo per le forme molto allusive…
Eravamo arrivati alla seconda sezione. Le altre tre?
La terza parte è dedicata alla Bohéme luogo e filosofia stessa dell’arte del periodo con esponenti come Toulouse-Lautrec, Picasso, Mirò e rappresenta l’attrattiva stessa della città di Parigi. La quarta e la quinta sezione sono rispettivamente dedicate al cubismo, di cui troviamo un’opera primitiva di Picasso, al Nuovo umanesimo della scuola di Parigi dove possiamo ammirare anche un dipinto di Chagall.