di Simona De Ciero in collaborazione con la redazione di Torino Click
Parte ufficialmente domani il Torino Film Festival, una 33^ edizione che secondo il direttore Emanuela Martini si identifica con tre parole chiave: identità, sperimentazione e pubblico.
Identità: l’edizione 2015 del TFF conserva e rafforza il principio fondante della manifestazione: dedicare il premio principale a lungometraggi internazionali che siano massimo opere terze; il Festival si conferma pertanto talent scout di registi d’avanguardia cui poter offrire una vetrina di qualità che contribuisca ad accrescere la visibilità internazionale degli autori in gara.
Sperimentazione: in tutte le sezioni del festival ci sono film molto diversi fra loro in cui la contaminazione dei generi gioca un ruolo da protagonista; un cinema di qualità che non vuole essere arginato in categorie rigide che a volte stanno un po’ strette al bisogno di libertà d’espressione degli autori.
Pubblico: se un festival si misura dall’indice di gradimento del pubblico, il TFF ha sempre dimostrato di essere vincente; chi frequenta Torino nei giorni del Festival non può infatti fare a meno di notare le code ai botteghini; una conferma di pubblico che, di anno in anno, rafforza il valore della manifestazione rendendola vetrina prestigiosa della Settima arte e, allo stesso tempo, strumento di sviluppo e valorizzazione del territorio.
Ieri sera al cinema Classico si è tenuta la serata di pre-apertura del 33TFF con la proiezione di Bella e Perduta, dalla regia di quel Pietro Marcello che nel 2009 vinse il Torino Film festival.
Se si volesse costringere Bella e Perduta dentro un genere preciso bisognerebbe inventarne uno nuovo, il Docufiaba; il film, al limite tra verità e favola, racconta la storia vera del pastore Tommaso che, in quella Terra dei Fuochi di cui sentiamo parlare per i terribili fatti di cronaca legati alla presenza di tre enormi discariche, lotta per difendere la Reggia di Carditello, luogo d’immensa bellezza e patrimonio storico d’Italia; la Reggia di Carditello è infatti rimasta abbandonata per anni e Tommaso ha tentato di preservala da atti di sciacallaggio per tutta la sua vita divenendone custode fedele; purtroppo, poco dopo aver salvato e adottato un cucciolo di bufalo cui da il nome di Sarchiapone, Tommaso muore senza veder realizzato il suo sogno: la riapertura al pubblico della Reggia.
Il bufalotto Sarchiapone verrà quindi accudito e protetto da un amico d’eccezione: la maschera di Pulcinella che, nel film come nelle origini del teatro, ha la funzione di traghettatore dei pensieri fra il mondo dei morti e quello dei vivi.
Con Bella e Perduta si vivono 87 minuti di storia d’Italia durante i quali emerge una delle più grandi contraddizioni che, ancora troppo spesso, caratterizza alcuni luoghi del Nostro Paese: la dicotomia fra bellezza del paesaggio e degrado del territorio. Bella e Perduta è un film malinconico in cui domina il desiderio di ottimismo che deve scontrarsi con l’amara realtà circostante; ma è anche, e sopratutto, un film sincero e commovente che centra l’obiettivo documentaristico e che, attraverso la finzione scenica e le contaminazioni teatrali, riesce ad essere, per tutta la sua durata, estremamente delicato.
TFF in coming quindi e, se la pre-apertura ha svelato parte dell’atmosfera che si vivrà dal 20 al 28 novembre, non resta che mettersi in fila ai botteghini e godersi il Festival. Buon cinema!
@si ringrazia la redazione di Ecograffi per averci ospitato