Un branco di lupi dalle fauci insanguinate ha preso possesso del cortile del Rettorato di via Verdi. Non si avventano sui passanti, ma su una catasta di libri, sormontati dalla Critica della ragion pura di Immanuel Kant. Si avventano sul sapere, in un’epoca in cui regna l’indifferenza verso le arti e la cultura, indifferenza che sfila più in là, nello shopping di via Po. È questo il senso dell’opera Black wolves, dell’artista cinese Liu Ruowang, che dopo aver catturato l’attenzione alla Biennale di Venezia dove è stato segnalato tra i dieci eventi da non perdere, si è insediata nel cuore dell’Università di Torino. I lupi di bronzo scuro, dalle fauci più simili a quelle di un drago, si avventano sulla cultura perché il sapere rende liberi coloro che vi si alimentano. In un’epoca di edonismo di massa, il benessere tende ad allontanare le persone dalla fonte inesauribile della conoscenza.
L’opera è a cura di Vincenzo Sanfo e Barbara Leonesi in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università di Torino, Diffusione Italia International Group, Istituto Italiano di Cultura di Pechino e Centro Italiano per le Arti e la Cultura. L’inaugurazione si è svolta il 29 ottobre alla presenza dell’artista e l’opera resterà nel cortile fino al 13 dicembre.