EstOvest Festival 2017, in coproduzione con la Stagione concertistica 2017/2018 dell’Accademia di Musica di Pinerolo presenta – domenica 29 ottobre alle ore 17, nella sala concerti dell’Accademia (viale Giolitti, 7 Pinerolo) – IL BAROCCO DEL XX SECOLO. Protagonista l’Orchestra da Camera Accademia che, con Il Concerto grosso dall’Italia all’Unione sovietica, non vuole proporre la musica barocca secondo la prassi esecutiva del tempo, ma intende andare verso una direzione originale ed estraniante. È per questo motivo che la musica italiana del Settecento di Corelli viene accostata a quella di Alfred Garrevic Schnittke, esponente dell’avanguardia russa del XX secolo.
Gli “spiriti musicali” non hanno età. Per questo il programma di EstOvest 2017 include, accanto alla musica contemporanea, ispirazioni e riferimenti da ogni epoca. E per la stessa ragione dà spazio, nei suoi appuntamenti, a voci nuove e ai talenti di domani.
Abbiamo incontrato le tre ospiti più giovani di EstOvest: Adele Zaglia, Clara Ruberti e Dinara Segizbayeva, tutte nate nel 2001, tutte ragazze. «Ma è un caso – assicura Dinara – anche tanti nostri coetanei maschi servono degnamente la Musica».
Dinara viene dal Kazakistan, ed è arrivata in Italia «per caso. Dopo aver studiato nel mio paese e in Russia volevo proseguire la mia formazione all’estero, e una mia amica mi ha consigliato di studiare in Italia». Così è finita a Pinerolo, dove a soli sedici anni è già violino solista dell’Accademia di Musica: «ovviamente è una grande responsabilità, ma anche un grande successo. Non tutti nella vita hanno una tale possibilità, e io devo ringraziare il mio insegnante Adrian Pinzaru per avermela concessa».
Anche Clara e Adele studiano all’Accademia, ma il violoncello, sotto la guida di Claudio Pasceri. E al contrario di come si potrebbe pensare, non c’è spazio per la rivalità, né tra loro né con gli altri musicisti.
«Per crescere davvero è meglio andare in competizione con se stessi – spiega Clara Ruberti – cercando negli altri fonti di apprendimento e ispirazione. Poi certo, bisogna sapersi paragonare a chi ci sta intorno, ma in modo sano ed equilibrato».
Clara è protagonista, con un concerto solista, dell’appuntamento con Est Ovest Off alla Farmacia di Porta Palazzo. «Quando suono, cerco di trasmettere almeno una parte della grande emozione che provo, sperando di smuovere quella di chi ascolta. Con la musica ci si mette tutti in gioco, si crea una sorta di energia, un “dare e ricevere” continuo tra musicista e pubblico, che ci rende più sensibili, più consapevoli della nostra emotività, e insomma più maturi».
Maturare. Crescere. Capirsi. Concetti chiave che ritornano anche nelle parole di Adele Zaglia: «Oltre alla musica, mi dedico anche al teatro. Sono due passioni che mi aiutano a crescere come persona e a costruirmi gli strumenti per capire meglio me stessa e il mondo che mi circonda».
Un percorso tutt’altro che facile. Adele, ad esempio, oltre a studiare musica e teatro, frequenta il liceo classico. E il tempo non basta mai: «Suono meno di quanto vorrei – ammette – E cerco di gestire tutto giorno per giorno». Le fa eco Clara «ci vuole perseveranza, e la coscienza che il lavoro da fare è molto. Cose che purtroppo, negli ultimi anni, qualche volta mi sono mancate».
Ma se l’autocritica è sempre costruttiva, in questo caso i risultati eccellenti non sembrano giustificarla. Dinara ha un curriculum internazionale impressionante per la sua età, Clara continua ad aggiudicarsi importanti premi musicali, Adele ha recentemente stupito il pubblico di Around EstOvest con le sue mature riflessioni su religione ed educazione, nell’ambito dell’incontro Lutero. A cinquecento anni da un’idea.
Altro che generazione del “tutto e subito”, come insiste a definirla qualcuno. «La pratica di uno strumento certamente insegna a rendersi conto del rapporto tra il tempo di studio e il risultato che si ottiene senza possibilità di usare scorciatoie, ma lo stesso vale per molte altre attività, come lo sport o anche la scuola» osserva Adele. «E’ vero: chi ha la nostra età non ha vissuto molti momenti importanti e certamente manca di esperienza; in compenso è più preparato alle difficoltà del mondo del lavoro, usa forme di comunicazione virtuali che integrano quelle interpersonali, ha spesso una visione più globale e globalizzata rispetto alle altre generazioni che permette anche di essere più tolleranti verso gli altri.”
E a parlare con queste ragazze, davvero sembra di intravedere un futuro con meno confini e preclusioni. «In Italia c’è un grande vantaggio, rispetto ai paesi dell’Unione Sovietica: puoi imparare da diversi insegnanti allo stesso tempo e prendere da tutti quello che stai cercando» spiega Dinara, che alla sua età di confini ne ha già varcati molti.
Per quanto riguarda la musica, invece, il futuro è ancora tutto da costruire. Secondo Clara «La grande musica sopravvive al tempo, ed è difficile dire quale dei nostri contemporanei sarà ricordato e ascoltato per sempre: magari qualche personalità artistica che deve ancora emergere o sta emergendo. Dopotutto i grandi geni si sono sempre distinti rispetto alle loro comunità, e spesso sono stati compresi solo più tardi. Sicuramente non ho molta fiducia nella musica commerciale che piace ai miei coetanei. Io amo la musica classica e, almeno nei gusti musicali, sono rimasta al secolo scorso».
Se poi si parla del loro, di futuro, ciascuna ha il suo approccio.
Adele è la possibilista: «Non so cosa sarà di me: per adesso non voglio chiudermi nessuna porta e non perdere nessuna opportunità, per poter scegliere con la massima libertà e non avere rimpianti».
Clara la decisa: «Vorrei realizzarmi come violoncellista di alto livello, se avrò le giuste qualità. Ho questo progetto da quando avevo dieci anni».
Dinara, la scaramantica, preferisce non dire nulla. Chi vivrà vedrà.
A noi non resta che augurare loro il meglio e continuare a seguirle. A partire dagli appuntamenti di EstOvest festival che le vedono protagoniste.