di Luisa Cicero
In occasione della mostra Public Collection, l’ultimo lavoro di NASTYNASTY© (visitabile fino al 1 maggio), Camera Corraini organizza, il 24 marzo alle 19.00, un incontro – a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – per indagare il lavoro artistico del collettivo.
In particolare verrà presentato il progetto editoriale blisterZine che vede l’ideazione, realizzazione e promozione del libro d’artista come oggetto d’arte contemporanea. Alla serata intervengono Emiliano Biondelli e Valentina Venturi del collettivo NASTYNASTY©, Giuseppe De Mattia e Francesco Zanot, Curatore di Camera – Centro Italiano per la Fotografia.
Public Collection è una collezione di 38 immagini estratte da film hollywoodiani e internazionali in cui appare un’opera d’arte. Lavori antichi e contemporanei, dalla statuaria classica a Keith Haring a Piero della Francesca, Delacroix, Goya, e molti altri ancora, compaiono sullo sfondo delle scene di film altrettanto noti al fianco delle celebrità del cinema, in un complesso gioco di sovrapposizioni, rimandi e combinazioni. Se numerosi autori contemporanei hanno riflettuto sul rapporto tra l’opera d’arte e i suoi spettatori, da Thomas Struth a Francesco Jodice, in questo lavoro l’arte è inserita all’interno della messa in scena, svolgendo lo stesso ruolo di un attore nello sviluppo della narrazione. La mostra su cui si rifletterà nella serata è il frutto di una pratica di appropriazione (è una collezione di collezioni) e innesca nell’osservatore un processo di riconoscimento.
Che opera si trova nell’inquadratura? A chi appartiene? Chi è il suo artefice? Il risultato è un’ulteriore stratificazione della lettura e dell’interpretazione dell’originale, che già riprodotto una prima volta sul grande schermo del cinema, viene ulteriormente ricontestualizzato. La conseguenza più radicale, inoltre, è la messa in discussione del dogma dell’esclusività dell’arte. Il principio è quello della disseminazione. Public Collection celebra la funzione di democratizzazione del cinema e compie un passo ulteriore nella diffusione di un immaginario prevalentemente colto ed elitario. Le letture si moltiplicano. Il pubblico si amplia e si diversifica. L’arte si fa pubblica.
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