di Mariella Continisio
L’immigrazione ha cambiato la scuola, un mutamento che emerge nella composizione demografica, nel modo di vivere lo spazio pubblico, nelle relazioni con le famiglie, nel diverso modo di intendere l’educazione, nella varietà delle lingue e delle religioni. In questo cambiamento il quartiere diventa il contesto in cui i concetti che talvolta appaiono astratti, come inclusione, integrazione, si traducono in esperienze concrete.
Su queste tematiche si svilupperà domani, venerdì 24 novembre, il seminario nazionale Le periferie al centro. Scuola e territorio a confronto in contesti multiculturali, promosso dal Comune di Milano e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
All’incontro, che si terrà domani all’Università degli studi Milano-Bicocca, parteciperà Federica Patti, Assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della Città di Torino, illustrando l’esperienza del capoluogo piemontese agli amministratori dei comuni di Milano, Firenze e Napoli.
La presenza di tanti bambini e bambine con background culturali differenti pone i servizi educativi e la scuola di fronte alla necessità di interrogarsi sui valori e sui metodi delle azioni educative per rispondere a una società che cambia. In questa direzione la Città di Torino attraverso molteplici progetti come Tante Lingue, Tante Culture, una Città, valorizza il pluralismo delle lingue e delle culture e contribuisce a proporre un approccio integrato tra la scuola e il territorio per una educazione alla partecipazione responsabile, condivisa e comune, nell’ottica di una società accogliente e inclusiva.
E’ stato avviato dalla metà di settembre dell’anno scolastico in corso nelle classi terze di 5 scuole torinesi – Giacosa, Verga, Croce, Morelli e Viotti – un progetto sperimentale di orientamento per favorire il successo scolastico-formativo e contrastare la dispersione scolastica. Si tratta di istituti che hanno caratteristiche comuni come una composizione sociale svantaggiata, presenza di numerosi allievi ripetenti o in ritardo scolastico, alta percentuale di studenti stranieri di diversa provenienza, inserimenti durante tutto l’anno scolastico e di alunni con scarsa conoscenza dell’italiano.
Dal prossimo anno nella scuola secondaria di primo grado “Drovetti” in via Bardonecchia, oltre alle aule, progettate per una didattica innovativa, ci saranno una caffetteria, una biblioteca, orti urbani e laboratori per sviluppare una didattica sperimentale a disposizione delle altre scuole. Nel nuovo centro civico “Torino Educational Hub” saranno alla portata di tutti le tecnologie per nuovi metodi di apprendimento per chi studia, ma soprattutto sarà un centro aperto agli abitanti del quartiere e alle loro associazioni.
Infine la scuola come motore di rigenerazione urbana dei quartieri. E’ questo l’impegno per i prossimi anni annunciato in occasione di Torino Design of the city, la settimana internazionale del design, dal 10 al 16 ottobre scorso, che ha visto la partecipazione di esperti provenienti da diversi Paesi. “L’Amministrazione comunale torinese ritiene che oggi sia necessario elaborare un piano di medio termine sulla rigenerazione degli spazi scolastici come motore di rigenerazione urbana, in particolare, nelle aree di periferia per ripensarle e riprogettarle”.