Rigenerare il patrimonio scolastico. E’ questo l’impegno per i prossimi anni annunciato in occasione della settimana internazionale del design.
Torino Design of the city, in programma nel capoluogo piemontese fino al 16 ottobre, con la presenza di esperti provenienti da diversi Paesi, ha offerto l’opportunità di riflettere anche su argomenti legati all’edilizia scolastica e di come sia cogente la necessità di un ripensamento degli ambienti alla luce delle necessità reali e di un uso più flessibile degli spazi che possano quindi accogliere più modelli didattici. Tutto questo in una visione all’insegna della sostenibilità ambientale e di un’apertura della scuola al territorio.
In due particolari momenti dell’intensa agenda del meeting, alla Cavallerizza Reale, sul tema “Gli spazi dell’apprendimento nella scuola innovativa” e, nel week-end, alla Holden, dove si approfondirà lo storytelling sul futuro di Torino, è alla ribalta il nodo dell’accoglienza che le scuole del futuro dovranno riservare agli studenti e ai loro insegnanti: “Rinnovare gli spazi è la condizione necessaria per stare meglio a scuola e quindi per migliorare l’apprendimento. Ma oggi l’avvento repentino della tecnologia e l’assunzione acritica di qualsiasi strumento digitale rischia di invadere spazi non pronti ad accoglierla, rendendoli estremamente densi, caotici o poco fruibili, mentre gli strumenti digitali devono trovare posto e accoglienza come elementi di una riflessione più complessa che abbia al centro l’apprendimento in senso ampio. Le aule 2.0 o 3.0 non possono infatti configurarsi secondo criteri mutuati acriticamente dalla progettazione per uffici: richiedono l’elaborazione di un nuovo pensiero pedagogico, che tenga conto di come bambini e ragazzi e docenti si appropriano dello spazio.”
A sostenerlo è Federica Patti, assessora all’istruzione e all’edilizia scolastica, che sottolinea: “L’Amministrazione comunale torinese ritiene che oggi sia necessario elaborare un piano di medio termine sulla rigenerazione degli spazi scolastici, perché è in momenti di difficoltà come questo, che occorre mantenere vivo il valore dell’innovazione, quando il rischio invece è di chiudere gli orizzonti della Scuola nel qui e ora, rinunciando a delineare nuove prospettive e aprire scenari di miglioramento.”
E’ di pochi giorni fa l’avvio di una collaborazione con il Dipartimento di ingegneria strutturale per elaborare un processo di controllo sugli edifici mentre con l’ordine degli Architetti di Torino si sta discutendo di come attuare sinergie positive che possano far incontrare i liberi professionisti con chi opera quotidianamente nel settore delle scuole: “Ci sono buoni presupposti per avviare processi virtuosi con diversi soggetti del territorio – prosegue Patti – una sinergia che reputo necessaria se ci poniamo l’obiettivo di aggiornare davvero il nostro patrimonio scolastico“.
A questo impegno si aggiunge la lunga tradizione del Laboratorio “Torino Città sostenibile” che ha realizzato le iniziative dei cortili scolastici aperti alla cittadinanza attraverso percorsi di progettazione partecipata e con bandi europei ha avuto accesso a finanziamenti che hanno consentito la ristrutturazione degli ambienti della primaria Dal Piaz, al parco Ruffini e della secondaria di primo grado Meucci.
Sono invece in fase di progettazione esecutiva i progetti di due interventi molto importanti per la città nati dalla collaborazione e il supporto di Compagnia di Sanpaolo e Fondazione Agnelli per la riqualificazione di due scuole statali- la Fermi, nel quartiere Lingotto e la Pascoli, in piazza Bernini.