di Mariella Continisio
“Piccolo Atlante della Corruzione” è il titolo di un progetto e di tre piccole pubblicazioni che raccolgono i dati conclusivi di un’indagine sulla percezione della corruzione a Torino. Il lavoro, realizzato dalle studentesse e dagli studenti del liceo scientifico Giordano Bruno e degli istituti tecnici Giuseppe Peano e Russel-Moro, è stato presentato questa mattina al Comune di Torino, in un incontro organizzato dal presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci e dalla presidente della Commissione speciale per la promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi Carlotta Tevere.
Si tratta di un progetto nazionale, giunto alla quarta edizione, per la conoscenza, la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di corruzione e per la diffusione delle buone pratiche della legalità rivolto agli studenti delle superiori. E’ promosso dall’Associazione Libertà e Giustizia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, il quotidiano la Repubblica, con il patrocinio del Miur.
Insieme ai ragazzi e ai loro insegnanti, hanno partecipato Federica Patti, assessora all’Istruzione e Mauro Penasso, segretario generale e responsabile della prevenzione della corruzione del Comune di Torino.
Prima di scendere in campo i giovani studenti hanno partecipato a un percorso formativo e ad alcuni seminari con esperti, magistrati e giornalisti. Hanno elaborato una bozza di questionario che hanno sottoposto ad un’equipe di esperti ed infine somministrato le domande ai cittadini, ai commercianti e a un gruppo di studenti di ciascuno degli istituti coinvolti per indagare la loro percezione di questo fenomeno, le sue caratteristiche, le sue conseguenze e motivazioni. La sintesi è stata raccontata da Nicolò e Altea (G. Bruno), Gianluca e Ana (Peano), Lucrezia e Lorenzo (Russel Moro). Dai dati emerge che “sotto i mille euro non è corruzione, ma un regalo”. Un fenomeno che viene percepito in diverse forme, dal passare davanti in coda all’ottenere dei vantaggi per conoscenza. Risposte dalle quali emerge che la corruzione “non attecchisce dove c’è senso civico” e che “va combattuta non solo con la giustizia, ma anche con l’informazione e l’educazione civica”. Fondamentale è ritenuto il ruolo della famiglia. “E’ un lavoro molto importante – ha sottolineato Patti – per acquisire consapevolezza e la formazione è il primo passo per combattere l’illegalità. La scuola infatti può offrire gli strumenti indispensabili che consentono di intravedere orizzonti e percorsi che diversamente non sarebbe possibile scorgere“.
“Sono orgoglioso – precisa Versaci – che questi argomenti siano trattati dai giovani che devono essere portatori di un cambiamento del modo di pensare“.