di Mariella Continisio
Si è svolto ieri a Roma un convegno su “Learning City and cultural diversity”. All’incontro è stata invitata ad intervenire Federica Patti, assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della Città di Torino, che ha affrontato il tema “Torino Città educativa tra relazioni locali e sfide ambientali”.
Punto di partenza dei lavori sono stati i risultati della ricerca Prid “Formazione permanente a Roma: fra diversità e inclusione”. L’iniziativa – promossa dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre, in collaborazione e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco – ha avuto l’obiettivo di presentare, in una prospettiva nazionale ed internazionale, il quadro d’insieme teorico, metodologico ed esperienziale, sul tema della “città che apprende”.
Nel suo intervento Patti ha sottolineato che: “L’idea di Città Educativa evidenzia la trasversalità della dimensione educativa che nella politica di una città, ma anche di un Paese non si esprime esclusivamente nelle azioni rivolte alla scuola, ma nelle azioni politiche rivolte all’ambiente, alla cultura, alla mobilità, alla salute, alla rigenerazione urbana e agli spazi della città. Il sistema educativo della Città è composto dai servizi 0-6 anni con nidi e scuole dell’infanzia, i servizi integrativi come ludoteche, centri gioco, centri di cultura per l’infanzia e l’adolescenza, laboratori di lettura, musica e teatro, i servizi di sostegno alla genitorialità, le attività di consulenza educativa domiciliare per bambini e bambine con disabilità e bisogni educativi speciali, servizio per cui siamo all’avanguardia in Italia, servizi rivolti agli adolescenti“. “L’area servizi educativi, attraverso il Centro di Orientamento scolastico e professionale, – ha preseguito l’assessora – ha messo a disposizione delle scuole secondarie di primo grado, uno strumento di orientamento scolastico molto avanzato. Inoltre l’Amministrazione Comunale propone diversi interventi per contrastare la dispersione scolastica e il fenomeno dell’abbandono precoce dei percorsi di istruzione, attiva numerosi progetti di alternanza scuola – lavoro costruendo una rete attiva con il terzo settore e contribuisce all’accrescimento delle competenze linguistiche per gli studenti non italiani di recente arrivo al fine di favorire il successo formativo e l’inclusione di alunne e alunni stranieri con proposte orientate al plurilinguismo”.
La learning city regola le risorse preesistenti nella comunità, i networks sociali, i vantaggi ambientali e le risorse finanziarie, in modo da consentire ai cittadini e alle organizzazioni uno sviluppo di competenze e di valori. In altre parole essa sostiene la crescita personale lungo l’arco della vita sviluppando iniziative, specie nel campo dell’educazione, e dà impulso allo sviluppo dell’uguaglianza e della giustizia sociale.
Tale posizione è arricchita dal concetto di human security, che abbraccia questioni quali i diritti umani e la buona governance, i conflitti armati, il genocidio e i crimini di massa, la salute e lo sviluppo, le risorse e l’ambiente.
Il programma si è sviluppato in cinque sessioni dopo quella di apertura, dedicate a prospettive di genere, apprendimento permanente, formazione e smart learning, learning city, diversità culturale. Questi ultimi due temi sono inseriti tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu.