“Io leggo quel che mi pare” è lo slogan di maggio per indicare un luogo magico dove le storie si fanno, si vivono, si creano: è il Circolo dei Lettori.
E si leggono. Da soli o in compagnia. Per studio, lavoro o per diletto. Fai come vuoi.. Leggi quel che ti pare.
Molteplici le presentazioni di questo mese su qualsiasi argomento: dal potere giudiziario ai fragili dispositivi emotivi, ai conflitti e silenzi nella Chiesa del Terzo
Millennio, per passare poi a Eretiche, vite ribelli e in cerca di verità, un’indagine nel cuore segreto di Napoli, e scrittrici e scrittori rispondono, matematica per capire, un
romanzo-mondo alle pendici dell’Etna.
Torna in scena, però, domenica 22 maggio alle 17,30 nella sala Granata del Salone Internazionale del libro un appuntamento del Circolo dei Lettori: Omaggio a F&L e
“La donna della Domenica” con Massimo Gramellini, Steve della Casa, Elena Loewenthal e Bruno Ventavoli.
“Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte…..” Comincia così il romanzo “La donna della Domenica di Fruttero e Lucentini del
1972, mettendo subito il lettore di fronte all’assassino attorno al quale si sviluppa la trama. Ma questo romanzo è qualcosa di più di un ottimo giallo: è un affresco realistico e spietato della società e dei suoi vizi; dell’impoverimento dei rapporti tra le persone, dell’interesse più per le apparenze che per la realtà, dell’accanita difesa dei privilegi sociali e della ricchezza, del nostalgico condannare gli scandali della società moderna per poi entrare a farne parte.
La storia è ambientata nella Torino degli anni Settanta. E’ la Torino dove ancora forte si sente il distacco tra i vari ceti sociali alto-borghesi da un lato, gli operai perlopiù immigrati dalle regioni del sud, una piccola borghesia impiegatizia alle dipendenze dell’elite imprenditoriale.
Quanto queste componenti della società siano distanti è palpabile e rende pesante l’atmosfera di una città le cui dimensioni fanno si che, soprattutto a certi livelli, tutti
sappiano tutto degli altri e il timore di pettegolezzi, spesso, faccia assumere comportamenti bizzarri.
Anche se alla base della trama stanno il delitto e la sua risoluzione, la lettura è impreziosita dalla resa magistrale dell’ “ambiente”, del clima salottiero e mendace
della Torino bene, delle sue idiosincrasie, delle abitudini condivise come ad esempio: il recarsi al mercato del Balon il sabato, le gallerie d’arte, i cinema; e di quelle
nascoste come le frequentazioni notturne e segrete con le prostitute.
Il racconto si snoda intrigante e anche divertente, a tratti, laddove lo sguardo disincantato e la sottile ironia, sollevano la storia dal mero giallo, portandola su un
gradino più elevato, quello del romanzo d’ambiente.
Il romanzo scandito in dieci capitoli in una Torino di fine giugno precocemente afoso, la narrazione ha un arco temporale preciso: inizia poco prima delle nove di martedì e
termina alle sette e venti di sera della domenica successiva.
Racconta dell’indagine del commissario Santamaria, sanguigno e affascinante uomo del sud, sull’omicidio dell’architetto Garrone, personaggio che conduce una vita di
squallidi espedienti a margine della Torino “bene”. Tra i protagonisti della vicenda ci sono anche gli amici Anna Carla Dosio e Massimo Campi. La prima è moglie di un
piccolo industriale, il secondo è un giovane della buona borghesia torinese che trascina stancamente una relazione con Lello Riviera, piccolo impiegato comunale
con velleità di intellettuale.
Attorno ai personaggi principali ruotano numerose altre figure delle più diverse estrazioni sociali: le anziane sorelle Tabusso, rintanate con la domestica nella loro
villa in collina, assediata da un florido traffico di prostitute e clienti: il gallerista Vollero che, pur temendo di essere scoperto dai suoi clienti, si rifornisce di cornici al
Balon; l’americanista Bonetto, un intellettuale immaturo, perso dietro improbabili, inutili se non immaginarie schermaglie culturali con gli odiati colleghi.
Ecco il ricordo a cinquant’anni dall’uscita del romanzo di Fruttero e Lucentini, poi diventato film di Luigi Comencini, un omaggio agli autori e al libro che fa il Circolo
dei Lettori, romanzo entrato nella memoria collettiva, complice una pellicola che cattura una Torino praticamente scomparsa.
Di Antonella Gilpi