Sino al 26 giugno si potrà ammirare nelle Sale Chiablese dei Musei Reali la mostra “Vivian Maier Inedita”. L’esposizione giunge in Italia dopo una prima tappa al Musèe du Luxembourg di Parigi (15 settembre 2021 – 16 gennaio 2022), e si prefigge di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier, approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora inediti, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell’estate del 1959.
La mostra presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita.
A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le sue macchine fotografiche Rolleflex e Leica, e uno dei suoi cappelli.
Il percorso espositivo tocca i temi più caratteristici della sua cifra stilistica e si apre con una serie di autoritratti, per proseguire con una sezione dedicata agli scatti catturati tra le strade di New York e Chicago. Prediligendo i quartieri proletari delle città.
Le scene che diventano oggetto delle sue narrazioni sono spesso aneddoti, coincidenze, sviste della realtà, momenti della vita sociale a cui nessuno presta attenzione.
La maggior parte dei visi che scandiscono le sue passeggiate fotografiche sono quelli di persone che le assomigliano, che vivono ai margini del mondo illuminato dall’euforia del sogno americano.
Parlano di povertà, lavori estenuanti, miseria e destini oscuri. Oltre ai ritratti Vivian Maier si concentra sui gesti, redigendo un inventario degli atteggiamenti e delle posture delle persone fotografate che tradiscono un pensiero, una intenzione, ma che rivela la loro autentica identità.
Le mani sono spesso le protagoniste di queste immagini perché raccontano, senza saperlo, la vita di coloro a cui appartengono.
Agli inizi degli anni sessanta il cinema inizia a insinuarsi ed avere la precedenza sulla fotografia.
Vivian Maier inizia a giocare con il movimento, come se cercasse di trasportare le specificità del linguaggio cinematografico in quello della fotografia, creando delle vere e proprie sequenze di film.
Un importante capitolo della mostra è dedicato alle fotografie a colori ed una sezione è dedicata al tema dell’infanzia che ha accompagnato Vivian Maier per tutto il corso della sua vita.
Infatti, come bambinaia per quasi quarant’anni, la Maier ha preso parte alla vita dei bambini a lei affidati, documentando i volti, le emozioni, le espressioni, le smorfie, gli sguardi, così come i giochi, la fantasia e tutto il resto che abita la vita di un bambino.
Nata a New York da madre francese e padre austriaco, Vivian (1926-2009), trascorre la maggior parte della sua giovinezza in Francia, dove comincia a scattare le prime fotografie utilizzando una modesta Kodak Brownie e nel 1951 torna a vivere negli Stati Uniti dove inizia a lavorare come tata
Tra la fine degli anni novanta e i primi del nuovo millennio, cercando di sopravvivere, senza fissa dimora e in gravi condizioni economiche, Vivian vede i suoi negativi andare all’asta.
Parte del materiale viene acquistato nel 2007 da John Maloof, un agente immobiliare, che,affascinato da questa misteriosa fotografa, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi.
Vivian Maier inedita è organuizzata da diChroma Photography e dalla Rèunion des Musèe Nationaux- Grand Plais ed è prodotta dalla società Ares srl con i Musei Reali e con il patrocino del Comune di Torino.
L’esposizione è sostenuta da Women in Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale.
Info: cell.3381691652 – info@vivianmaier.it – www.vivianmaier.it
Orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 21.
Costo del biglietto 15 euro, ridotto 12 euro
di Antonella Gilpi