Sono iniziati nello scorso mese di maggio e proseguiranno fino a ottobre gli interventi programmati dal Comune di Torino per contrastare la proliferazione delle zanzare sul proprio territorio.
Le misure prevedono l’attivazione di una rete di ovitrappole attraverso le quali è possibile monitorare il territorio individuando ed evidenziando i focolai larvali che vengono successivamente trattati con strumenti di lotta biologica, attraverso azioni periodiche.
Questa procedura, che consente di interrompere il ciclo vitale delle zanzare prima che diventino soggetti adulti, è sicuramente lo strumento più efficace di contrasto alla loro moltiplicazione.
Alle zanzare tigre (Aedes albopictus) e comuni (Culex pipiens), contro cui la Città di Torino intraprende da anni svariate azioni di lotta che hanno appunto il loro fulcro nella prevenzione e nella lotta larvicida, si è aggiunta quest’anno, in numeri anomali e considerevoli, una specie di zanzara che ha il suo principale focolaio di sviluppo nelle aree risicole, nota come Ochlerotatus caspius.
Solitamente presenti in gran quantità solo nel Piemonte orientale, dove si concentra la coltivazione del riso queste zanzare sono però in grado di volare anche per decine di chilometri dai luoghi di sviluppo e quando, come quest’anno, le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli (umidità e temperature elevate) non è raro trovarle a Torino e persino all’imbocco delle valli alpine occidentali.
In passato il fenomeno è stato in passato grazie ad uno specifico piano regionale di lotta alle zanzare in risaia che però è stato dismesso alcuni anni or sono.
“Senza un intervento diretto in risaia che agisca preventivamente sullo sviluppo dello stadio larvale di questa zanzara, ogni altro metodo di lotta non può dare alcun risultato apprezzabile. I soli trattamenti ambientali che prevedono la distribuzione di insetticidi sul verde pubblico consentono di abbattere temporaneamente la popolazione di zanzare adulte, ma questa si ripristina dopo pochissimo tempo, senza contare il pesante impatto che questi hanno sul resto della microfauna urbana”, spiegano i tecnici.
Ogni cittadino può però collaborare in prima persona nel contrastare la proliferazione delle zanzare, seguendo alcuni piccoli accorgimenti ed elementari norme igieniche, volte ad eliminare capillarmente ogni possibile focolaio di sviluppo larvale.
“Molto dipende dai nostri comportamenti quotidiani – spiega l’assessore all’Ambiente Alberto Unia – : Accorgimenti minimi, ma di grande importanza, come l’evitare il ristagno d’acqua nei vasi ad esempio, o non lasciare all’aperto recipienti, pneumatici e ogni altro oggetto che possa contenere acqua piovana, consentono di limitarne l’aumento.”
Un decalogo delle ‘buone azioni’ che possono ridurre il rischio di proliferazione delle zanzare, è pubblicato sulla pagina dell’assessorato all’Ambiente all’indirizzo http://www.comune.torino.it/ambiente/zanzare/zanzare_cosa/index.shtml