Comunicare la visione della Città a cittadini e portatori d’interesse, condividere con loro obiettivi strategici e azioni strutturanti e cogliere dal confronto progetti e iniziative pubbliche e private con cui fare sinergia. Con questi obiettivi più di un anno fa è iniziato il percorso di condivisione con le forze sociali cittadine del piano d’azione Torino 2030, che è giunto alla sua stesura definitiva e sarà presentato il 28 dicembre durante la conferenza stampa di fine anno della sindaca Chiara Appendino.
“Torino2030” è un Piano d’Azione che presenta la visione a medio termine delle scelte dell’Amministrazione. Il Piano inserisce i progetti già avviati e quelli da avviare in uno scacchiere pluriennale con un importante obiettivo: realizzare una città che metta al primo posto il benessere delle cittadine e dei cittadini e la qualità della vita. Il Piano stabilisce obiettivi da raggiungere e azioni da compiere per portare a compimento una visione a medio termine del futuro di Torino; è selettivo, in quanto identifica le priorità d’intervento.
Il Piano d’Azione Torino 2030 considera le vocazioni produttive e culturali già acquisite nella cassetta degli attrezzi della città: le trasformazioni già avvenute, che hanno permesso di diversificare un panorama di monocultura industriale che non si addiceva né alla complessità del passato di Torino, dotata di un patrimonio storico, naturale e culturale di primissimo piano e riconosciuto dall’Unesco tra i suoi tesori, né alle opportunità del futuro.
Allo stesso tempo, il Piano indica nuove prospettive e linee di sviluppo e ha l’obiettivo di condividerle, cogliendo opportunità di collaborazione con associazioni, privati, portatori d’interesse per operare su progetti comuni.
Torino nel 2030 sarà, secondo il piano, ina città sostenibile e resiliente per rispondere alle esigenze della comunità ponendo al centro la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini, favorire un maggiore equilibrio tra dimensione sociale, economia e ambiente per garantire un futuro prosperoso e durevole, anticipare i mutamenti strutturali delle comunità, in modo da rispondere con efficacia a nuovi scenari indotti da eventi interni ed esterni (ad esempio, attrezzarsi per difendersi dai cambiamenti climatici o da eventuali nuove crisi economiche).
Questa visione si esplica in quattro principi, che sono anche i filoni d’azione in cui ogni iniziativa presente e futura trova una collocazione strategica.
Il primo principio è la visione di una città partecipata, fatta di cittadine, cittadini e quartieri attivi, dove alla co-progettazione e alla co-gestione degli spazi si affianca un protagonismo attivo della cittadinanza attraverso attività di quartiere auto-organizzate; una città in cui la comunicazione tra cittadini e istituzioni è costante, anche attraverso piattaforme digitali interattive, con procedure semplificate di accesso ai servizi; dove la trasformazione urbana è orientata su un’ottica multicentrica, con servizi migliori a partire dalla mobilità. In questo filone si inseriscono progetti come CoCity e AxTo, il nuovo Piano Regolatore, Decidi Torino, Torino Città educativa.
Il secondo principio nasce dall’idea di una città dinamica, attrattiva per talenti, capitali e turisti, che sperimenta e fa crescere competenze, imprese, progetti. È la Città universitaria, accogliente e in stretto collegamento con il mondo produttivo. È la Città laboratorio, dove nascono incubatori d’impresa e i quartieri sono spazi di sperimentazione per le nuove tecnologie. Qui hanno spazio progetti come Torino City Lab, Open for business, Campus Onu secolo 21.
La città vivibile si identifica in un’elevata qualità della vita. Una città bella e pulita, con spazi pubblici rispettati e una mobilità orientata al benessere e alla libertà di movimento, verde e con ambienti mitiganti gli effetti del cambiamento climatico, produce pochi rifiuti e li inserisce in un sistema circolare di recupero, oltre a inquinare poco. I progetti: Verde resiliente, Trasporto pubblico rinnovato, Torino Centro Aperto, Torino verso rifiuti zero.
Infine, Torino deve essere una città solidale. Solidale in quanto le persone, come tali e in quanto comunità, ne sono al centro. Dialogo, ascolto, conoscenza, rispetto sono i motori della vita sociale, dove tutti hanno a disposizione strumenti per avere un ruolo attivo nell’esercizio dei loro diritti fondamentali. Vi rientrano i progetti Piano regolatore per la città solidale, Progetto speciale campi nomadi, Capitale dei diritti e altri.
“Non viene meno la capacità di Torino di prepararsi ad affrontare il futuro attraverso la definizione di una visione che ponga in relazione la sua identità economica, sociale e ambientale con una realtà in continua evoluzione – spiega la sindaca di Torino, Chiara Appendino -. Costruire una città sostenibile e resiliente, dunque, significa prendersi cura dell’ambiente urbano, delle eccellenze e delle criticità; operare per il superamento di fratture e divari tra le sue parti, per raggiungere un equilibrio positivo tra le diverse dimensioni (sociali, economiche e ambientali) della vita dei cittadini e delle cittadine. Significa, soprattutto, chiudere la forbice delle disuguaglianze per creare le condizioni affinché a ciascuno sia data la possibilità di realizzare il proprio progetto di vita”.