Homes4All è un progetto innovativo a sostegno dell’housing sociale, attraverso l’acquisizione di immobili. Questa mattina è stato approvato dalla Giunta Comunale il protocollo che vedrà operare insieme all’Amministrazione comunale enti privati profit e non profit tra i quali Brainscapital srl, Homers srl, Impresa Sociale, ACMOS, Camera di Commercio di Torino e Compagnia di San Paolo.
Il piano è stato presentato a Palazzo Civico da sindaca Chiara Appendino, vicesindaca Sonia Schellino, responsabile comunale delle politiche abitative, assessore all’innovazione, Marco Pironti, e amministratore delegato di Brainscapita Mario Montalcini. I referenti del progetto Smart City, Gianfranco Presutti e della Divisione Servizi sociali abitativi Monica Lo Cascio ne hanno illustrato i dettagli.
All’inizio di novembre Homes4All – questo il nome del progetto messo a punto l’estate scorsa dalla Città insieme a partner privati profit e non profit – aveva già ottenuto dal governo il finanziamento di 150mila euro, prima tranche di un contributo del Fondo nazionale d’innovazione sociale a cui potrebbero aggiungersi risorse fino a circa un milione e mezzo di euro, mentre altri 150mila euro sono già nella disponibilità di finanziatori privati, pronti per essere investiti.
Homes4All promuoverà una strategia di servizio sociale abitativo inedita rispetto all’attuale, dall’individuazione delle proprietà, libere o occupate, che potrebbero provenire sia dalle procedure giudiziarie, sia da altra origine, quali ad esempio appartamenti inutilizzati o da donazioni ad hoc.
Obiettivo non secondario sarà anche quello di intervenire sulle dinamiche abitative degli inquilini al fine di promuovere la creazione di meccanismi partecipativi, collaborativi e inclusivi di abitazione.
La gestione complessiva di tali immobili – sia quelli provenienti da privati sia quelli acquistati nel mercato immobiliare o provenienti da aste giudiziarie – sarà affidata a una NewCo. La società veicolo fornirebbe servizi orientandosi in due direzioni: in caso di immobile libero, provvede alla ristrutturazione a fini di rivendita o di inserimento nei canali dell’affitto sociale; in caso di casa occupata, l’istituto si fa carico di stralciare la situazione debitoria dell’occupante, il quale riprenderà a pagare un affitto calmierato.
Si tratta di una decisione molto importante sotto il profilo umanitario per la diffusione di modelli che mirano alla soddisfazione di bisogni sociali emergenti, secondo lo schema della finanza di impatto.
E’ una proposta che nasce facendo leva sul know how dell’ecosistema torinese dove è giocoforza strutturare idee innovative, traendo ispirazione da processi di ibridazione e contaminazione che trovano nella piattaforma Torino Social Impact un punto di ancoraggio.
Il risparmio stimato per la Città di Torino, in relazione al costo sostenuto per la messa a disposizione di strutture destinate all’emergenza abitativa, ammonta a circa 450mila euro, rendendo più efficiente l’impiego delle risorse.
Quella presentata nella Sala delle Colonne è la sperimentazione di un modello che, se darà frutti virtuosi ed efficaci, potrà utilmente fare scuola nel Paese, soprattutto nelle città capoluogo, i centri urbani dove è più forte la pressione dell’emergenza abitativa. E’ infatti una proposta progettuale che risponde appieno al tema dell’accessibilità alla casa con un’articolata azione di innovazione sociale strutturata su principi di sostenibilità economica finanziaria, su meccanismi di governance collaborativa tra pubblico e privato, su obiettivi di efficientamento della spesa pubblica. Si connota inoltre nel fornire un allargamento dell’offerta immobiliare privata ad affitti calmierati, servizi di sostegno all’abitare disegnati per essere integrati all’interno delle reti pubbliche e private già attive, azioni di supporto al life skills empowerment.