I nuovi bus della flotta di GTT saranno operativi già nei prossimi giorni lungo alcune ‘linee di forza’, quelle che rappresentano l’ossatura della rete, a disposizione di chi deve muoversi in città. Questi mezzi – belli, comodi, accessibili a tutti e più ecologici – permetteranno attraverso la crescita dei livelli di efficienza e di qualità di offrire un servizio migliore.
Un primo importante passo che non rimarrà isolato perché in previsione ci sono già altri nuovi arrivi, ci spiega l’assessora comunale alla Mobilità, Maria Lapietra.
“I 74 autobus presentati oggi e altri 40 destinati alla rete extraurbana andranno a sostituire la quasi totalità degli attuali mezzi euro2, ma il il rinnovo della flotta autobus di Gtt proseguirà con l’arrivo di altri 40 bus alimentati a metano per i quali è in corso la gara di fornitura. In futuro la flotta sarà sempre più ecologica in quanto gli acquisti riguarderanno solo automezzi elettrici e a metano”.
Nuovi autobus, tram – entro l’autunno è prevista l’aggiudicazione della gara per 30 nuove vetture – e poi, nel 2021, anche treni per la linea 1 della metropolitana. Un trasporto pubblico più appetibile passa anche per la revisione della rete.
“I bisogni di mobilità della popolazione di Torino e dei comuni dell’hinterland non sono più quelli di 40 anni fa, quando la rete di trasporto di GTT fu pensata – sottolinea Lapietra -. Per soddisfarli occorreva metter mano a una profonda revisione che, grazie all’analisi di una gran mole di dati proveniente dalle celle telefoniche ha consentito di conoscere la domanda reale e potenziale e di elaborare un modello di distribuzione degli spostamenti e arrivare quindi a delle macrosimulazioni della nuova rete”.
“La nuova rete – prosegue l’assessora – prevede linee di forza, veloci e frequenti per attraversare la città, e linee di adduzione, più brevi ma ugualmente frequenti: capiterà di dover passare da un mezzo a un altro, ma migliorerà l’efficienza”.
Tra le innovazioni anche la creazione di una nuova linea che replicherà il percorso della futura linea due della metropolitana, il cui iter progettuale si sta avviando verso la conclusione.
“Il progetto della metro sarà presentato a dicembre al Ministero a cui chiederemo il finanziamento dell’intera tratta. Trentatré fermate lungo un tracciato di 26 chilometri e mezzo che si snoderà tra le stazioni Anselmetti e Rebaudengo, per allungarsi a sud ovest fino a Orbassano e, a nord est, raggiungere San Mauro, con una deviazione da via Bologna. Si stima che la nuova linea potrà raccogliere circa 300mila spostamenti giornalieri, dei quali 170mila sottratti all’utilizzo dell’auto privata, consentendo di ridurre le emissione di C02 nella misura di 30mila tonnellate annue”.
In città cresce il numero di chi per spostarsi utilizza la bicicletta, che si tratti della propria o di una di quelle del bike sharing. Dal punto di vista delle infrastrutture come si sta procedendo?
“In questi tre anni abbiamo realizzato 20 km di nuovi percorsi ciclabili sicuri e nei prossimi due contiamo di raddoppiarli. Garantire maggiore sicurezza nelle strade cittadine è una priorità: pedoni, ciclisti e automobilisti devono poter convivere lungo le arterie. Nei controviali, che sono spazi per il commercio e i residenti, la velocità va calmierata e così come all’interno delle attuali e future zone 30 sarà necessaria una gestione condivisa dello spazio ottenibile solo grazie al rispetto reciproco di tutti gli utenti della strada”.
Rispetto è una parola chiave. Comportamenti incivili di quella che ci auguriamo essere una minoranza hanno colpito un po’ tutti i servizi di sharing presenti in città. Dopo auto e bici intanto a Torino si preparano a sbarcare anche gli operatori della micromobilità elettrica.
“A settembre verrà pubblicato il nuovo bando della mobilità dolce in sharing che comprenderà anche i tanto attesi monopattini. Intanto martedì dopo l’entrata in vigore del decreto ministeriale del 4 giugno, è stata approvata la delibera che ne autorizza la sperimentazione: monopattini elettrici e dei segway potranno circolare nelle zone 30, nelle strade a velocità limitata a 30 km/h e nelle piste ciclabili e ciclopedonali”.
Torniamo alle infrastrutture: nei prossimi anni Torino potrà disporre di una diffusa rete di colonnine di ricarica elettrica.
“Saranno 385 le nuove colonnine per la ricarica di auto elettriche che verranno installate da Becharge, Iren e Enel, aziende che hanno risposto alla manifestazione di interesse lanciata lo scorso settembre dalla Città di Torino. Si aggiungono alle 278 già esistenti di Bluetorino e alle 10 dei privati, per un totale di 673 colonnine con doppia presa, dunque 1058 postazioni di ricarica. Una rete diffusa per la creazione della quale abbiamo recepito anche le indicazioni dei cittadini che possono segnalarci dove avrebbero desiderato fosse posizionata una postazione di ricarica”.
Le ripercussioni sulla salute e sull’ambiente di un modello di mobilità basato sull’auto di proprietà sembrano spingere nelle grandi aree urbane e metropolitane sempre più verso un futuro con meno veicoli privati e più mezzi in condivisione.
“La difficoltà maggiore per un simile passo sembra essere, insieme alla poca disponibilità a rinunciare a una parte del comfort e della disponibilità offerta dall’auto privata, quella di poter pianificare viaggi usufruendo di tutti i mezzi di trasporto disponibili in città e con la possibilità di pagare il servizio tramite un abbonamento mensile o in base all’utilizzo. Proprio per questo motivo a Torino abbiamo avviato un progetto pilota che vedrà i cittadini sperimentare un servizio Mobility as a Service, Mobilità come Servizio. Per un anno, circa cento torinesi avranno a disposizione dei buoni di mobilità da utilizzare per spostarsi in città, utilizzando servizi di trasporto in condivisione e a basso impatto ambientale. I cittadini saranno scelti attraverso un bando che terrà conto del coefficiente Isee e privilegerà coloro che hanno deciso di rottamare la propria auto senza acquistarne una nuova”.